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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2010 alle ore 07:33.
Appena il Senato riaprirà i battenti, il Pdl presenterà tre mozioni su riforme istituzionali, giustizia e bioetica. L'obiettivo è la parlamentarizzazione del dibattito politico per verificare se, concretamente, possano realizzarsi «nuove alleanze e schieramenti politici». Ad annunciarlo è Gaetano Quagliariello, tra i più fidati consiglieri di Silvio Berlusconi che, assieme a Maurizio Gasparri, guida a Palazzo Madama i senatori del Pdl. Quagliariello è convinto che «c'è un'area di moderati sparsa nei partiti di opposizione, anche del Pd, che vive con estremo disagio l'attuale fase politica e che attende di potersi confrontare su proposte serie».
Si parla di una decina di parlamentari pronti a saltare il fosso...
Si può governare anche con pochi voti di scarto ma i numeri che contano sono quelli che si determinano alla fine di un confronto dal quale emergono differenze e convergenze sul tema all'ordine del giorno. Ed io credo che con molti colleghi dell'opposizione queste convergenze non mancheranno di realizzarsi.
L'obiettivo è sempre quello di riportare all'ovile il figliol prodigo Casini?
Noi non chiediamo a nessuno di cambiare schieramento ma invitiamo tutti a confrontarsi senza pregiudiziali su temi decisivi per il paese. Vale per l'Udc come per il Pd e per Fli. Sulla bioetica, ad esempio, come sul tema del lavoro abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a una scomposizione dell'area dei moderati. In questi giorni abbiamo potuto leggere dichiarazioni dei finiani di chiara matrice laicista mentre altri, contemporaneamente si spendevano a sostegno dell'abrogazione della legge sull'aborto. Ma lo stesso è avvenuto nel Pd sull'accordo di Mirafiori e Pomigliano. Differenze sostanziali che vengono coperte spesso da un dibattito ideologico senza costrutto fuori dalle aule parlamentari.
In parlamento in verità si lavora ben poco e l'opposizione accusa maggioranza e governo di latitanza...
La verità è che nonostante tutto, questa legislatura ha prodotto alcune riforme decisive, da quella per la scuola primaria e secondaria e per l'università al collegato lavoro, al pacchetto sicurezza, alla riforma del processo civile e della Pa. Senza contare il federalismo e la nuova legge di bilancio che ha sostituito il vecchio carrozzone della finanziaria. Forse l'unico deficit è stato di comunicazione. Questo per rispondere all'accusa di aver fatto poco. Le riforme servono ma serve soprattutto attuarle e gestirle, altrimenti si rischia di cadere in una sorta di riformismo permanente che è proprio uno dei sintomi delle società in decadenza.