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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2010 alle ore 06:37.
ROMA
I BTp decennali e triennali in asta ieri, alla vigilia delle festività di fine anno, sono stati collocati per l'importo massimo prefissato dal Tesoro pari a 6 miliardi di euro. I due CcT indicizzati all'Euribor, titoli di minor peso nella misurazione del rischio-Italia e del gradimento degli investitori, sono stati assegnati nella stessa asta per 2,1 miliardi, con una limatura di 400 milioni sull'ammontare massimo. In una due-giorni imposta a un mercato rallentato dalla chiusura dei conti 2010, tra i BoT e CTz del 29 dicembre e i BTp e CcTeu del 30 dicembre il Tesoro ha collocato sei diversi titoli di stato per complessivi 20,1 miliardi: tutti incassi per il 2011.
Questa maxi-raccolta è stato interpretata da trader, investitori e strategist come un segnale forte e positivo, in vista del 2011, inviato da un'Italia che puntualmente e anche in condizioni avverse dimostra la sua capacità di collocare il debito pubblico. Secondo Luca Cazzulani, di Unicredit, l'esito delle aste testimonia «un buon livello di domanda», anche perchè il rapporto tra importi in offerta e richiesti è risultato in linea o addirittura migliore a quello delle aste precedenti.
Il risultato dei collocamenti ieri ha confermato tuttavia un'altra realtà, questa volta meno premiante per le casse dello stato italiano. Il costo del finanziamento del debito pubblico per un paese dell'eurozona periferica, o semi-periferica come quella dove vengono piazzati Italia e Belgio, è sempre più caro. E questa tendenza, che ha prevalso quest'anno dalla crisi greca a quella irlandese, non accenna a invertire la rotta. Sul mercato secondario, lo spread tra i BTp decennali e i Bund tedeschi ieri ha continuato ad allargarsi, anche se solo di una manciata di centesimi, chiudendo la seduta a quota 192 principalmente a causa di scambi minimi e illiquidità massima. Sul primario, intanto, in mattinata i BTp a dieci e tre anni sono stati collocati rispettivamente al 4,8% e al 3,25%, con un aumento di 36 e 39 centesimi rispetto alle aste del mese precedente. Sommando questo salto all'insù al rialzo dei tassi registrato nelle emissioni di novembre su ottobre su queste scadenze, in autunno l'aumento complessivo del costo del debito è stato di quasi un punto percentuale. E c'è già chi calcola il rendimento dei BTp decennali oltre la soglia del 5% nella prossima asta a fine gennaio. Ieri peraltro l'agenzia Dowjones segnalava in rialzo i credit default swap di Italia e Ungheria.