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L'amarezza di Berlusconi, la vicenda non è chiusa

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2010 alle ore 14:35.

Esprime «profonda amarezza e rammarico» per la decisione del presidente Lula Silvio Berlusconi. «Si tratta di una scelta contraria al più elementare senso di giustizia», dice il presidente del Consiglio in una nota.Che esprime ai familiari delle vittime tutta la sua solidarietà e la sua «vicinanza e l'impegno a proseguire la battaglia perché Battisti venga consegnato alla giustizia italiana». Il premier considera la vicenda «tutt'altro che chiusa. L'italia non si arrende e farà valere i propri diritti in tutte le sedi», annuncia.

Il ministro Alfano: «Così Lula incrina trattati e accordi»
«Il ministero della Giustizia - afferma Angelino Alfano in una nota - si è sempre mosso nella cornice disegnata dal diritto romano secondo cui 'Pacta sunt servanda'. Purtroppo, questo alto principio di legalità, che non è nelle disponibilità di alcuno, è stato gravemente ignorato, incrinando così la credibilità e l'efficacia delle leggi e dei trattati internazionali». In particolare - sottolinea il ministro - «non si comprende per quale ragione il presidente Lula eccepisca l'articolo 3 del Trattato bilaterale, secondo il quale ci potrebbe essere un aggravamento della condizione personale dell'estradando che, nel caso in esame, è stato regolarmente condannato dalla giustizia italiana perchè colpevole di efferati omicidi».

il ministro Frattini: «Lavoriamo contro la scarcerazione di Battisti»
La Farnesina si appresta a richiamare a Roma l'ambasciatore d'Italia in Brasile, Gherardo La Francesca per consultazioni. Il Governo italiano punta a «utilizzare immediatamente tutti i possibili margini offerti dall'ordinamento giuridico brasiliano per ottenere nei tempi più rapidi la sospensione della procedura di scarcerazione di Cesare Battisti». Lo precisa in una nota della Farnesina il ministro degli Esteri, Franco Frattini, spiegando che l'Italia lavorerà per «far sì che il Tsf (il tribunale supremo federale brasiliano, ndr) verifichi l'incompatibilità della decisione presidenziale con la sua stessa precedente sentenza del novembre 2009 che aveva negato i presupposti per la concessione a Battisti dello status di rifugiato».

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Il ministro La Russa: «Non lasceremo nulla di intentato»
«La peggiore previsione si è realizzata», ma l'Italia «non lascerà nulla di intentato» affinchè il Brasile «receda da questa decisione ingiusta e gravemente offensiva». Lo dice il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, commentando l'annuncio del Brasile di negare l'estradizione di Cesare Battisti. La Russa sottolinea che la decisione «per fortuna non è definitiva» ed è scorretta soprattutto «della memoria delle persone assassinate e del dolore dei familiari di tutti coloro che hanno perso la vita per responsabilità dell'assassino Battisti».

Il ministro Calderoli: «Il Brasile e la sua condotta vanno sanzionati»
«Le tante vittime di Cesare Battisti oggi muoiono per la seconda volta» afferma Roberto Calderoli. Per il quale «è inaudita la risposta data dall'uscente presidente brasiliano Lula che contraddice il Supremo Tribunale Federale brasiliano, oltre alla giustizia italiana, rendendosi così complice di un terrorista pluri omicida». Il Governo italiano, precisa il ministro «ora dovrà immediatamente fare ricorso nelle sedi giudiziarie competenti, ma il Brasile e la sua condotta, nel frattempo, andranno pesantemente sanzionati». Silvio Berlusconi, come capo del Governo, e Giorgio Napolitano, come capo dello Stato, esorta Calderoli «mettano in essere qualunque iniziativa, e sottolineo qualunque, per porre rimedio a questa vergogna» .

Bocchino (Fli): «Schiaffo sonoro alla politica delle pacche sulle spalle»
Per Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, la decisione di Lula «è un sonoro schiaffo alla politica estera italiana e dimostra che la diplomazia delle pacche sulle spalle appena si arriva alle cose serie finisce per diventare la diplomazia dei calci nel sedere».«Sarebbe ancor più grave - prosegue - se davvero qualcuno avesse assicurato al Brasile che avremmo protestato sommessamente accontentandoci degli scambi commerciali, facendo prevalere gli interessi sui valori».

Gianpiero D'Alia (Udc): «L'Italia dovrà riconsiderare i suoi rapporti con il Brasile»
«È evidente - sottolinea il senatore Gianpiero D'Alia, presidente del gruppo Udc a Palazzo Madama - che alla luce di quanto accaduto l'Italia non potrà non riconsiderare i suoi rapporti con il Brasile, un paese che ha deciso di dare protezione a un terrorista italiano. Resta il dato politico - conclude D'Alia - di un governo che si vanta di godere di grande considerazione presso tutti i maggiori partner internazionali, ma che la realtà dei fatti, dai cablo americani pubblicati su wikileaks alla decisione del presidente brasiliano Lula, si premura puntualmente di smentire».

Veltroni (Pd): «Brutta figura per il Governo Berlusconi»
«Chiunque abbia a cuore il valore della giustizia non può rimanere in silenzio di fronte a una decisione che non seguirebbe nè il buon senso nè tantomeno il diritto», afferma Walter Veltroni. «Con tutto il rispetto per il presidente Lula, la motivazione di proteggere l'incolumità fisica di Battisti è inoltre inaccettabile: l'Italia è un grande Paese democratico che per il suo ordinamento costituzionale e giuridico ha pienamente le carte in regola per offrire tutte le garanzie necessarie anche a chi si è reso colpevole di gravissimi reati come quelli commessi da Battisti». Secondo l'ex segretario Pd «questo schiaffo in faccia all'Italia mette in luce una ennesima brutta figura internazionale del nostro governo che in questi due anni, nonostante le sbandierate ma mai applicate ritorsioni diplomatiche, si è rivelato totalmente incapace di convincere il Brasile del fatto che il Battisti perseguitato politico era semplicemente un assassino», conclude Veltroni.

Di Pietro (Idv): «Contro il terrorismo in Italia serve una voce unica»
«È mortificante come il Brasile consideri diritto d'asilo la pretesa di impunità di un assassino» dichiara il leader Idv, Antonio Di Pietro. Il quale si augura «che questa storia non finisca qui. È una brutta pagina che non avremmo voluto leggere. Siamo disponibili ad un confronto con le altre forze politiche affinchè l'Italia abbia un'unica voce contro il terrorismo».

Il ministro Meloni: «Una decisione che offende l'Italia»
«È una scelta incomprensibile» secondo il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Che considera «inaccettabile» il fatto che «il presidente Lula motivi la decisione con l'incapacità delle nostre istituzioni di garantire la sicurezza». Perché, dice il ministro «considerare l'impianto civile e giudiziario italiano alla stregua di un barbaro sistema basato sulla regola occhio per occhio, dente per dente, é sintomo di grave superficialità e scarso senso della storia».

Torregiani: «D'ora in poi useremo il pugno di ferro»
«Ora lasciamo il fioretto e impugnamo la spada, perchè se il rispetto delle regole porta a questo, d'ora in poi useremo il pugno di ferro». Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso dai Pac (Proletari armati per il comunismo) accoglie con sentimenti «di rabbia e sconforto» la notizia nella mancata concessione dell'estradizione dal Brasile di Cesare Battisti, condannato anche per l'omicidio di suo padre. «Quei politici, quei giudici andrebbero presi e portati su un aereo per venire in Italia e capire le sciocchezze che hanno detto», ha spiegato Torregiani.

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