Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2011 alle ore 19:08.
«Dobbiamo proteggere Julian Assange perchè non faccia la stessa fine dei mei genitori»: mentre il capo di Wikileaks si riposa nella campagna del Suffolk (al riparo nella tenuta del suo amico e protettore Vaughan Smith), Robert Meeropol, il figlio minore dei coniugi Julius e Ethel Rosenberg, ha spezzato una lancia a favore del capo di Wikileaks che gli Stati Uniti vorrebbero incriminare per spionaggio dopo la pubblicazione di migliaia di dispacci diplomatici segreti. «Dobbiamo proteggere Julian Assange perché non faccia la stessa fine di mio padre e mia madre» ha detto Meeropol, che aveva sei anni quando nel 1953 il padre e la madre finirono sulla sedia elettrica di Sing Sing sulla base dell'Espionage Act del 1917: «Una legge incostituzionale e la stessa con cui adesso gli Usa vorrebbero incriminare Assange».
Ma se questo dovesse succedere, ha detto il minore dei Rosenberg, «sarebbe una situazione particolarmente insidiosa, non solo per lui ma per tutti i membri della sinistra».
Per Assange si sta intanto avvicinando un nuovo appuntamento con la giustizia: il fondatore del sito Wikileaks deve comparire davanti a un giudice a Londra l'11 gennaio per difendersi dalla richiesta di estradizione per reati sessuali da parte della Svezia. In attesa di tornare in aula, Assange è rimasto agli arresti domiciliari nella villa di Smith. Julian ha passato il Natale con la famiglia Smith ed è stato fotografato con addosso l'abito rosso di Santa Claus completo di barba bianca, pancione e sacchetto su cui campeggiava la scritta: «Sono stato molto, molto, molto buono (quasi sempre)».
Da giorni gli scoop di Wikileaks sulla stampa internazionale sembrano cessati al pari delle indiscrezioni sulle strategie che la giustizia americana sta elaborando per portare Assange negli Usa. In dicembre il vice-presidente Joe Biden aveva prospettato l'ipotesi di incriminare l'australiano sulla base dell'Espionage Act. I coniugi Rosenberg furono gli unici cittadini americani messi a morte sulla scorta di quella legge, in quella che è stata spesso definita la più controversa condanna capitale
della storia degli Stati Uniti. Meeropol, il cui nome originariamente era Robert Rosenberg ma che usa il cognome dei genitori adottivi Abel e Anna Meeropol, vive oggi a Chicopee, in Massachusetts: è un esponente di spicco del movimento progressista americano e il fondatore del Rosenberg Children Fund, una fondazione che aiuta i figli di militanti di sinistra finiti nei guai per le loro idee. Due anni fa, con il fratello Michael, il minore dei Rosenberg ha ammesso la possibilità che il padre fosse effettivamente una spia al servizio dell'Urss. Ma oggi nell'intervista a Democracy Now ha invitato tutti i progressisti a schierarsi a favore di Assange contro accuse «particolarmente insidiose non solo per lui ma per tutti i militanti della sinistra».