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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2011 alle ore 14:52.
È da poco passata la mezzanotte a Sidi Bishr, uno dei più noti quartieri di Alessandria, la seconda città egiziana. Davanti alla Chiesa dei Santi (al-Qiddissine) una violentissima esplosione investe i fedeli mentre escono dalla messa di fine anno. L'incendio si propaga alle automobili parcheggiate in strada, che a loro volta esplodono. È l'inferno: il bilancio del ministero della Sanità è di 21 vittime e 80 feriti. È il più grave attentato compiuto in Egitto negli ultimi anni, probabilmente il più sanguinoso contro la comunità cristiana. Alcuni corpi sono ancora da identificare.
Le vittime che hanno già un nome sono invece state sepolte già ieri pomeriggio. I funerali si sono svolti fra draconiane misure di sicurezza per evitare che i tafferugli seguiti alla strage degenerassero in una guerriglia urbana interconfessionale. E in effetti - secondo quanto riferito dalla tv satellitare Dream - parenti delle vittime hanno aggredito il ministro per le Abitazioni Ahmed el Magrabi e quello per gli Affari giuridici Moufed Shihab, che hanno partecipato alle esequie, e il governatore della città Abel Labib: i tre politici sono stati allontanati dalla chiesa da una uscita posteriore. E secondo la catena Al Jazira, che non cita altri particolari, già 17 persone sono state arrestate per l'attentato.
Come già accaduto in altre attentati ai danni dei cristiani, anche ieri centinaia di giovani copti sono scesi in strada. Una piccola fazione ha lanciato pietre contro le finestre di una moschea. Un episodio che ha scatenato sassaiuole, senza feriti gravi, tra musulmani e cristiani. Armati di sassi e bottiglie, urlando slogan contro il presidente Hosni Mubarak, circa tremila copti si sono poi scontrati contro gli agenti anti-sommossa. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Sempre la tv Dream riferisce che la polizia ha disperso una manifestazione di circa un migliaio di copti e musulmani che si sono radunati insieme nel pressi della chiesa colpita nella notte di Capodanno per esprimere la loro soldarietà alle vittime della strage.
All'inizio si era parlato di un'autobomba (modalità molto rara in Egitto), ma già in mattinata il ministro dell'Interno ha parlato di probabile attentato kamikaze. «L'Egitto con i suoi cristiani e musulmani è preso di mira dal terrorismo cieco. Questi attacchi rientrano in una serie di atti che puntano a seminare la discordia fra cristiani e musulmani», ha dichiarato il presidente Mubarak in diretta alla tv di stato, precisando che l'attentato «reca l'impronta di elementi stranieri». Fino a ieri sera non è giunta alcuna rivendicazione, ma la pista più seguita è quella di gruppi legati ad al-Qaeda. Due mesi fa, fu proprio l'ala irachena di al-Qaeda che, dopo aver aver rivendicato un sanguinoso attentato alla cattedrale siriaco-cattolica di Baghdad, aveva minacciato la comunità copta egiziana.