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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2011 alle ore 08:10.
Dopo il no deciso dall'ex capo dello stato brasiliano Inacio Luis Lula da Silva e ribadito domenica dal nuovo ministro della giustizia di Brasilia, il governo italiano è pronto a rilanciare la richiesta di estradizione per il terrorista Cesare Battisti: è ormai pronto il ricorso urgente da presentare al tribunale federale brasiliano. Intanto oggi in tutta Italia si terranno sit-in e manifestazioni di protesta bipartisan davanti alle rappresentanze diplomatiche del paese sudamericano.
Contro quella «pugnalata alle spalle, un regalo ai radical-chic francesi e all'ultra sinistra brasiliana», come Ignazio La Russa ha definito la mancata estradizione dell'ex terrorista, che «non ha mai avuto una parola di pietà per le vittime». Nel frattempo in Brasile i legali di Battisti hanno presentato un'istanza per ottenere la «scarcerazione immediata» del loro assistito, spiegando che deve essere «contestuale alla pubblicazione della decisione presidenziale». Pubblicazione avvenuta ieri sulla Gazzetta ufficiale brasiliana.
Il ministro della Difesa italiano ha rivelato di aver avuto in passato un pranzo con il suo omologo brasiliano, nel corso del quale questi gli aveva parlato «informalmente di una previsione positiva» per l'estradizione di Battisti. Il ministro, ha ricordato La Russa, allora «non aveva manifestato dubbi sul rispetto del trattato di estradizione italo-brasiliano» nella vicenda dell'ex terrorista dei Pac e, allo stesso modo, aveva parlato della «sentenza della Suprema corte che era già intervenuta», dando «per certa l'estradizione».
Una mozione parlamentare per condannare la «vergognosa» decisione del Brasile sull'estradizione di Battisti e «per dare forza alle iniziative del governo», è stata annunciata dal capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, con il pieno sostegno della Lega Nord, che ha definito la decisione del presidente Lula «indegna di un paese civile». Nel frattempo, in Brasile il dossier Battisti non sembra essere una priorità per la neo presidente Dilma Rousseff. Secondo un portavoce del Supremo tribunale federale brasiliano, massimo organo del potere giudiziario a Brasilia, «la posizione di non dare trattamento urgente al caso Battisti», presa venerdì dal presidente del Tribunale, Cezar Peluso, «continua uguale».