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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2011 alle ore 19:23.
Chissà se Dan Peterson se lo sarebbe mai immaginato di tornare a sedersi sulla panchina della sua Olimpia. Eppure è quello che succederà da domani, quando la società di basket meneghina ufficializzerà il suo arrivo come nuovo allenatore al posto di Piero Bucchi.
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Sarà proprio Peterson, 75 anni il prossimo 9 gennaio, a guidare l'Olimpia fino alla fine di una stagione in cui l'Armani Jeans, partita da favorita, ha rimediato non poche figuracce: l'eliminazione prematura in Eurolega al primo turno e 3 sconfitte su 12 gare in campionato. L'ultima, arrivata ieri, nel derby contro Cantù, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, convincendo la dirigenza a dire addio a Bucchi, dopo due stagioni chiuse con due finali scudetto.
Proprio allenando l'Olimpia, Peterson aveva chiuso la sua carriera da coach nel 1987, suggellando un ciclo di vittorie costellato da 4 scudetti, 2 coppe Italia, una coppa Korac e una Coppa dei Campioni in nove anni. Poi, a soli 51 anni, il ritiro dalla panchina, ma dal parquet Dan Peterson non si è mai staccato perché ha continuato a vivere di basket.
La sua conoscenza dell'ambiente Olimpia è senza pari e il feeling con la tifoseria delle ex scarpette rosse è enorme visto che la sua squadra negli anni '80 non solo ha vinto tutto, ma ha anche fatto vedere una grande pallacanestro. Mentre Piero Bucchi non è mai riuscito a conquistarsi il gradimento del pubblico e, soprattutto, la sua squadra non ha mai dato l'impressione di poter battere Siena e vincere qualcosa.
E sono stati questi ingredienti ad indurre la dirigenza dell'Armani a preferire Peterson in questo cambio in corsa a potenziali sostituti più giovani, come Sergio Scariolo, ex Fortitudo, da poco lasciato a piedi dal Khimki Mosca e che molti addetti ai lavori avevano indicato come il più vicino alla panchina dell'Olimpia. Ora toccherà al suo proverbiale carisma cercare di rivitalizzare una squadra e dei giocatori apparsi imballati, più che dai problemi fisici, dall'incapacità di trovare le giuste motivazioni.
«Non posso dire nulla, sono occupatissimo, ci sentiamo domani», si è limitato a dire Peterson contattato telefonicamente dall'Ansa. Poi ha spento il cellulare. Chi lo conosce, scommette sia già al lavoro per preparare il prossimo match contro Caserta. Solo la prima delle sfide che attendono l'intramontabile Dan. Al quale sono già arrivati gli auguri di chi lo conosce piuttosto bene: «Peterson ha più verve di molti ventenni che conosco - ha detto Dino Meneghin - È bravo a motivare i giocatori, è anche un'ottima scelta tecnica. Sono convinto che parlerà della storia dell'Olimpia e dirà che giocare con questa maglia è come in America giocare per i Celtics».