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Domani il discorso del nuovo presidente repubblicano della Camera
Austerità, il motto di Boehner

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2011 alle ore 07:57.

NEW YORK - Il generale David Petraeus ha sprecato fondi pubblici per riportare acqua a un laghetto artificiale asciutto in Iraq. Un'operazione affrettata, condotta con obiettivi di breve termine, di facciata, inutile perché oggi quel laghetto è di nuovo asciutto. E una parte dei cinque miliardi di dollari stanziati dal Congresso, disponibili come fondi speciali per la ricostruzione in Iraq sono andati perduti. La rivelazione è del Washington Post che ha pubblicato ieri il risultato di un'inchiesta sull'uso dei cinque miliardi destinati al Nation Building in Iraq.

Una provocazione che riflette il nuovo umore nella capitale, definito dell'austerità, contro gli sprechi e per un ridimensionamento del ruolo dello stato con l'arrivo del nuovo congresso repubblicano che si insedierà ufficialmente domani. Ci sarà il giuramento di John Boehner, il nuovo presidente della Camera, repubblicano doc, lacrima facile, "nato povero" come ama ricordare, l'archetipo del sogno americano. E dal discorso di Boehner alla Camera, fissato per mercoledì, sapremo che la bipartisanship che abbiamo visto in chiusura d'anno ha avuto vita breve. O meglio si snoderà su due binari: quello del compromesso su nuovi progetti di legge, e del confronto per l'abolizione di alcuni successi legislativi di Obama, riforma sanitaria in testa.


Nel nuovo congresso infatti ci saranno i figli del Tea Party, al loro primo appuntamento nell'arena della vera politica, quella che vedrà il confronto fra promesse elettorali e il pragmatismo del compromesso. Ma il comune denominatore, almeno in partenza, sarà quello di andare all'attacco. Mercoledì Boehner dirà che dalla sua nuova posizione ascolterà il popolo americano: «So cosa vogliono, un governo più piccolo, più responsabile. E la Camera dei rappresentanti diventerà l'avamposto del popolo americano a Washington», dirà il nuovo presidente della Camera. E ancora: «Combatteremo per le loro priorità: tagliare la spesa, cancellare la legge sanitaria-ammazza posti di lavoro e contribuire a rimettere in carreggiata l'economia».

Per dare il buon esempio in termini di austerità, Boehner non si lancerà in party lussuosi, come osserva il Washington Post con una punta di perfidia «simili a quelli di quattro anni del suo predecessore, Nancy Pelosi...». Boehner farà una cerimonia di giuramento intima alla quale parteciperanno i suoi undici fratelli e sorelle. Il nuovo speaker non vuole parlare di "cento ore", come fece la Pelosi... «Avremo bisogno di più tempo per cambiare quel che vogliamo cambiare, per rimettere in piedi l'economia... Cento ore non basteranno» ha detto David Winston, stratega repubblicano vicino a Boehner. Ma Fred Upton, che diventerà il presidente della commissione Energia, ha anticipato che un voto per eliminare la riforma sanitaria sarà convocato a metà gennaio, o comunque, prima del discorso sullo stato dell'Unione di fine mese. Upton è ottimista: «Avremo i voti per superare i due terzi della Camera, necessari per rendere inutile un veto presidenziale...» ha detto. Possibile. Ma potrebbe essere una vittoria di Pirro. I democratici mantengono la maggioranza al Senato con 53 seggi contro i 47 dei repubblicani. Non solo, i democratici partiranno al contrattacco con la retorica dell'aiuto ai più poveri in materia sanitaria. Sulla carta dunque tutto cambia a Washington, cambieranno i lobbisti. La possibilità democratica di neutralizzare l'ostruzionismo dei repubblicani al Senato. Cambierà quasi certamente il presidente del partito repubblicano, Michael Steele, inviso alla maggioranza del partito; cambieranno le priorità di spesa e il dibattito politico. Si tratterà poi di vedere quanto cambierà davvero.

Tags Correlati: Camera dei deputati | David Petraeus | David Winston | Energia | Fred Upton | Iraq | John Boehner | Michael Steele | Nancy Pelosi | Senato

 

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