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In arrivo i fondi Usa per l'auto verde

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2011 alle ore 06:36.

D ovrebbero arrivare nei prossimi mesi i fondi chiesti da Chrysler e General Motors al dipartimento Usa dell'Energia per il finanziamento di progetti nel campo dei veicoli ecologici. Alla Chrysler dovrebbero andare 3 miliardi di dollari o poco più, che avranno un ruolo importante in vista del rimborso dei prestiti (circa 6,9 miliardi di dollari tra Tesoro Usa e governo canadese) ricevuti in occasione del salvataggio del 2009.
I fondi del dipartimento dell'Energia (Doe) rientrano nel programma Advanced Technology Vehicles Manufacturing (ATVM), che prevede la concessione di prestiti diretti per sostenere lo sviluppo negli Usa di veicoli ad alta tecnologia e componenti. Il programma è in linea con l'obiettivo dell'Amministrazione Obama di creare posti di lavoro "verdi" nell'industria dell'auto, contribuendo di pari passo a favorire il raggiungimento dei futuri target di riduzione dei consumi. I prestiti sono destinati a coprire «il costo del riequipaggiamento, espansione, creazione di impianti produttivi negli Usa». Non quindi al finanziamento della ricerca e sviluppo né ad altri scopi aziendali; serviranno però a rafforzare la struttura patrimoniale di Chrysler in vista del ritorno in Borsa (si veda anche l'articolo a pagina 3).
Ieri un portavoce del Doe ha dichiarato che il dipartimento «sta lavorando attivamente con Chrysler e General Motors per discutere la cornice degli accordi di prestito. Il processo è complicato e stiamo facendo il più presto possibile, tenuto conto della necessità di salvaguardare gli interessi dei contribuenti». I fondi erano in realtà attesi già alla fine del 2010, e prima delle elezioni di novembre qualche congressman dei distretti più interessati ai finanziamenti - come il senatore Richard Durbin, dell'Illinois – si è esposto per sollecitare il dossier.
La decisione finale spetta al ministro dell'Energia Steven Chu, e non è soggetta – almeno in teoria – alle turbolenze politiche legate al cambio di maggioranza avvenuto proprio ieri alla Camera dei Rappresentanti. Dei 25 miliardi di dollari che sono il limite fissato nel 2008, ne sono stati erogati finora poco più di 8 (si veda la tabella); principale beneficiaria è Ford, che ha ottenuto 5,9 miliardi impiegati in 5 stabilimenti che danno lavoro a 33mila persone; al secondo posto Nissan, per la fabbrica in Tennessee da cui uscirà l'auto elettrica Leaf; poi le piccole startup Tesla (alleata di Toyota) e Fisker.

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Tags Correlati: Amministrazione Obama | Chrysler | Fiat | Ford | General Motors | Government Motors | Ministero del Tesoro | Prodotti e servizi | Richard Durbin | Sergio Marchionne | Stati Uniti d'America | Steven Chu | Toyota | Wall Street

 

I fondi a Ford sono stati erogati fin dal settembre 2009, ovvero appena dopo i salvataggi di Gm e Chrysler – un aiuto particolarmente gradito dall'unica delle Big three di Detroit che aveva scelto di non portare i libri in tribunale. Lo scenario è ora molto diverso: Gm, che due anni fa era stata ribattezzata malignamente Government Motors, è tornata in Borsa a novembre e la quota in mano a Washington è scesa sotto al 30%; Chrysler, di cui il Tesoro ha in mano poco meno del 10% del capitale, potrebbe a sua volta sbarcare a Wall Street entro la fine del 2011. La vicenda dei prestiti del Doe potrebbe intrecciarsi quest'anno anche con quella del ritorno in Borsa di Chrysler: la Fiat ha infatti il diritto di salire al 51% di Chrysler prima del ritorno in Borsa di quest'ultima, purché Chrysler abbia restituito tutti i prestiti. Sergio Marchionne sta già negoziando con le banche i finanziamenti privati necessari – ma anche i fondi in arrivo dal Doe daranno una mano.
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