House Ad
House Ad
 

Notizie Europa

Mezzo mondo in crisi alimentare

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2011 alle ore 10:38.

Dopo il balzo del petrolio, che viaggia ormai spedito verso i 100 dollari al barile, arriva l'allarme prezzi dei prodotti alimentari che a dicembre, secondo la Fao, hanno toccato il record a livello globale, sorpassando i picchi raggiunti durante la crisi del 2008. Un'accoppiata di rialzi davvero diabolica che potrebbe far deragliare la fragile ripresa economica in atto.

L'indice Fao, basato su un paniere composto da materie prime come grano, riso, carne, prodotti caseari e zucchero, a dicembre è balzato a ben 214,7 punti, in rialzo del 4,2% rispetto a novembre.
La Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura con sede a Roma, cerca di rassicurare però che il mondo non è alla vigilia di una nuova crisi alimentare, come quella del 2007-08, ma secondo Abdolreza Abbassian, capo economista alla Fao, la situazione è «allarmante». «Sarebbe da pazzi - conclude - affermare che abbiamo raggiunto il picco massimo dei rialzi».
Di fronte a questo scenario inquientante il rischio è che per molti paesi in via di sviluppo si ripetano le rivolte sociali represse nel sangue per l'aumento dei prezzi del cibo come avvenne nel 2008 in Bangladesh e Haiti. Più recentemente in Tunisia ci sono state le proteste della "baguette" per l'aumento del pane che il 29 dicembre ha provocato due morti.
Ma in pericolo ci sono anche i paesi ricchi perché gli aumenti potrebbero colpire i prezzi al dettaglio di catene di Fast food come McDonald o società alimentari come la Kraft.
Inoltre il rialzo dei prezzi alimentari farà aumentare l'inflazione importata in Eurolandia, che metterà (oltre agli aumenti del petrolio) nuova pressione sulla Bce. Se l'inflazione (seppure importata visto che la Ue cresce poco) dovesse rialzare la testa in Europa, la Bce potrebbe dover alzare i tassi e allora sarebbero dolori per la debole ripresa in atto.
Un eccesso di pessimismo? Forse, ma il balzo di dicembre dell'indice Fao dei prezzi dei prodotti alimentari ha superato il picco più alto registrato durante la crisi del 2008 nel mese di giugno quando l'indice dei prezzi volò a 213,5 punti. E questo è un fatto da cui non si può prescindere.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Abdolreza Abbassian | Bce | Fao | Fed | Italia | Onu | Prezzi e tariffe |

 

E se fosse solo una "fiammata" aiutata e sostenuta dalla svalutazione del dollaro (causata dal quantitive easing della Fed che sta acquistando bond) a far salire i prezzi delle commodity? No, il record di dicembre conferma una preoccupante tendenza al rialzo iniziata nel mese di marzo. Ad ottobre l'indice ha superato la media del 2008 (191 punti) e ora sta continuando a crescere segnando proprio a dicembre il nuovo record degli ultimi 20 anni.
A pesare sull'incremento dell'indice dei prezzi dei prodotti alimentari sono commodity come lo zucchero, la carne, i semi oleosi e le materie grasse. In particolare lo zucchero nel mese di dicembre è schizzato a 398 punti, superando di oltre il 100% il livello dei prezzi medi del 2008 (182). Un effetto determinato anche dalle poco lungimiranti politiche della Ue che negli anni scorsi ha ridotto selvaggiamente la propria produzione di zucchero, solo in Italia sono stati chiusi 15 stabilimenti su 19 e tagliato un milione di tonnellate di produzione. E adesso?
L'economista Abbassian comunque evita allarmismi sottolineando che un cereale importante come il riso (cibo principale per 3 miliardi di persone) resta ampiamente al di sotto dei massimi.
La fattura totale dell'import di commodity toccherà nel 2011 il record, dopo aver toccato i mille miliardi di dollari l'anno scorso. A novembre la Fao ha alzato le previsioni 2010 a 1.026 miliardi, in rialzo del 15% dal 2009 a un soffio dal record del 1.031 miliardi raggiunto nel corso della crisi alimentare del 2008.


I motivi? Secondo la Fao a determinare l'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari sono inondazioni e siccità e le restrizioni all'export dei cereali imposte da grandi paesi produttori come Russia e Ucraina e dalla debolezza del dollaro che è la valuta di riferimento degli scambi delle materie prime alimentari. Che sia meglio in Europa tornare a seminare grano nei campi piuttosto che impianti fotovoltaici?

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da