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Il navigato Daley capo dello staff

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2011 alle ore 06:38.


NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Barack Obama è andato sul sicuro: per la carica di capo di gabinetto, la posizione di maggior potere alla Casa Bianca, ha scelto ieri William Daley, politico navigato di 62 anni, che fu segretario al Commercio nel secondo mandato di Bill Clinton e guidò la campagna di Al Gore e che ha fortissimi rapporti con il mondo degli affari. Il suo lavoro attuale lo vede alla guida della divisione del Midwest di J.P. Mporgan Chase, eufemismo che nasconde la sua vera missione per la banca a Washington, quella di lobbista in capo. Ma Daley siede anche nei consigli di amministrazione della Boeing e della Abbot Laboratories, aveva in gioventù una fortissima relazione con i sindacati americani, ha lavorato e portato a termine l'accordo per il mercato unico del Nafta (con Messico e Canada) e si è persino conquistato l'elogio di un acerrimo nemico dell'amministrazione Obama, il presidente della Camera di Commercio americana, il repubblicano Tom Donahue: «È una nomina molto forte – ha dichiarato ieri Donahue, che ha finanziato attacchi in spot televisivi contro l'amministrazione –. Bill Daley è uomo di grande statura, grande esperienza di governo e business di negoziati commerciali e di affari globali». Se Tom Doanhue è contento, l'incarico di Daley parte con il piede giusto: sarà lui a dover traghettare la politica di Obama presso il congresso repubblicano, a dialogare con il nuovo durissimo capo della maggioranza John Boehner e a gestire le intemperanze dei 40 nuovi deputati dei Tea Party.
Il paradosso è che con JP Morgan Chase Daley guadagnava circa 5 milioni di dollari all'anno ha forse rapporti più stretti con tutti i grandi manovratori della capitale di ambo i partiti che con il presidente. È vero, offre la sicurezza aggiuntiva di essere anche lui di Chicago, di più, di essere un Chicago Doc, visto che appartiene alla grande dinastia dei Daley (il fratello Richard è il sindaco uscente), ma non era uno degli intimi di Obama. Avrebbe certamente favorito una presidenza Hillary Clinton e non aveva poi mai legato direttamente con il presidente. Ma conosce bene Rahm Emanuel, l'ex capo di gabinetto e David Axelrod. Sono stati loro a raccomandare la scelta di Daley, un vero professionista che avrà due missioni, navigare con perizia le acque difficili di Washington dominate da una maggioranza e condurre in porto il secondo mandato nel 2012.

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Tags Correlati: &Sperling & Kupfer | Barack Obama | Bill Clinton | Camera di Commercio | Chicago | David Axelrod | Economic Recovery Advisory Board | John Boehner | JPMorgan Chase | Ministero del Tesoro | Politica | Senato | Tea | Timothy Geithner | Tom Doanhue | Washington | William Daley

 

Ma per Obama ci sono altri cambiamenti in vista. Oggi a margine dei commenti sul dato per la disoccupazione che dovrebbe andare molto bene, annuncerà il nome del nuovo capo del consiglio per la sicurezza economica che rimpiazzerà l'uscente Larry Summers. Sarà quasi certamente Gene Sperling anche lui un clintoniano, fedelissimo di Hillary Clinton, il segretario di Stato che non ha vinto la Casa Bianca, ma ha vinto le più importanti nomine dell'amministrazione Obama.
Anche un grande vecchio come Paul Volcker, 83 anni, se ne andrà, lascia l'incarico di presidente dell'Economic Recovery Advisory Board della Casa Bianca, creato nel febbraio 2009 dal presidente Barack Obama durante la crisi per avere analisi indipendenti e suggerimenti per sostenere un'economia difficile. Sempre ieri infine una questione tecnica ma con possibili risvolti politici antipatici: il segretario al Tesoro Timothy Geithner, ha inviato una lettera al Senato, esortandolo ad approvare rapidamente l'aumento del tetto del debito americano entro il primo trimestre, altrimenti il rischio è il default, il primo nella storia del paese.
In una lettera inviata al leader della maggioranza in Senato Harry Reid, Geithner mette in guardia sull'eventualità che il debito americano possa raggiungere il tetto attualmente in vigore, pari quasi 14.300 miliardi di dollari, fra il 31 marzo e il 16 maggio. «Un default, anche se breve, avrebbe conseguenze catastrofiche, in grado di pesare per decenni; un default avrebbe conseguenze potenzialmente più negative di quelle della crisi finanziaria 2008-2009. Non agire sarebbe irresponsabile» ha scritto Geithner. Non c'è alcun dubbio che il Senato offrirà in tempi brevi l'aumento del tetto del debito.
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