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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2011 alle ore 19:37.
Una scritta contro Sergio Marchionne con la stella a cinque punte è stata tracciata, con vernice rossa, oggi, a Torino su un grande manifesto pubblicitario nel centro cittadino, sul cavalcavia di corso Sommellier. Altre scritte sono state tracciate, sempre con vernice rossa e sempre con la stella a cinque punte, su due manifesti pubblicitari vicini al primo. «Marchionne fottiti», c'è scritto sul primo manifesto, mentre sugli altri due ci sono le scritte «Non siamo noi a dover diventare cinesi» e «ma i lavoratori cinesi a diventare come noi».
Secondo gli investigatori della Digos della Questura di Torino, la stella a cinque punte non può essere tradotta immediatamente con collegamenti, più o meno diretti, con presunte o sedicenti Brigate Rosse. A parere degli investigatori, si tratta di «una simbologia forte», non così «inedita» neppure negli ultimi tempi, usata comunque per «alzare il tono» e per attirare la massima attenzione. D'altronde - rilevano gli stessi investigatori - il dibattito sulla questione Fiat-Marchionne è a tinte forti anche a livello istituzionale, politico e televisivo, da non far meravigliare se alcune persone, magari anche tra i più giovani e comunque tra i cosiddetti antagonisti, cerchi di «calcare la mano». Il livello di attenzione da parte della Digos e delle forze dell'ordine nel loro complesso - hanno riferito fonti investigative - è comunque alto, soprattutto in considerazione del fatto che siamo a pochi giorni dal referendum di giovedì e venerdì prossimi sull'accordo su Mirafiori.
Netta condanna di Cgil e Fiom
Cgil e Fiom esprimono «la loro netta disapprovazione» per le scritte anti-Marchionne e ribadiscono «la loro netta condanna di ogni forma di violenza e di ogni forma di critica e di battaglia politica antidemocratica». Secondo i sindacati, riuniti nella sede della Cgil per l'incontro tra le due segreterie, con le scritte sui manifesti si ripete «un antico copione, come in un brutto deja vu». «Il momento - affermano - è troppo delicato per dare spazio a provocazioni di qualsiasi natura e da qualsiasi parte provengano», continuano i sindacati. Alla vigilia del referendum di Mirafiori, Cgil e Fiom invitano quindi tutti i lavoratori che saranno coinvolti nella scelta e l'opinione pubblica in generale «a non cadere in trappole mediatiche o peggio folcloristiche»