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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2011 alle ore 16:55.
E' stato scoperto il vero "Codice Da Vinci"? Il Daily Mail si diverte a tirare in ballo il bestseller di Dan Brown nel dare notizia della nuova teoria sui misteri della "Monna Lisa" sui quali da secoli si arrovellano gli esperti. Chi era la nobildonna dipinta da Leonardo da Vinci? E dove si trova esattamente il paesaggio che da fa sfondo al ritratto?
La storica d'arte savonese Carla Glori ha la sua risposta: la donna immortalata nella "Gioconda" era Bianca Giovanna Sforza e il ponte dietro di lei era il Ponte Gobbo sul fiume Trebbia a Bobbio, nel piacentino.
Leonardo avrebbe disseminato indizi per rendere possibile questa interpretazione. Negli occhi di Monna Lisa lo storico d'arte Silvano Vinceti, presidente del comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici e culturali, ha individuato il mese scorso dei simboli che, secondo lui, sono delle lettere.
Il Daily Mail scrive che ci sarebbero le lettere S e G, due delle iniziali di Bianca Giovanna Sforza. La giovane era figlia di Ludovico Il Moro, che controllava Bobbio. "Dalla mia ricerca ho identificato il soggetto come Bianca Giovanni Sforza e il ponte nello sfondo è quello che attraversava il fiume Trebbia a Bobbio".
Sotto l'arcata del ponte Vincenti ha individuato, a malapena visibile, il numero 72. La Glori ritiene che questo numero potrebbe riferirsi all'anno 1472, quando il ponte fu distrutto dalla piena del Trebbia.
La teoria della studiosa savonese – scrive il Daily Mail - potrebbe venire dritto dalle pagine del romanzo di Dan Brown, "Il codice Da Vinci", nel quale la Monna Lisa conteneva indizi nascosti sul nascondiglio del Sacro Graal, il calice usato da Gesù durante l'Ultima Cena. La storia fu poi trasformata nel film di Hollywood con Tom Hanks e Audrey Tautou.
Gli studi di Carla Glori sono illustrati nel libro "Enigma Leonardo: La Gioconda, in memoria di Bianca", che racchiude una ricerca già resa nota nel giugno dell'anno scorso, aggiornata con le recenti scoperte.
"E' altamente probabile che Da Vinci avesse visitato Bobbio a causa della sua famosa biblioteca e che abbia dipinto il paesaggio basandosi sulla memoria qualche anno dopo, probabilmente quando viveva in Francia", afferma la studiosa.