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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2011 alle ore 14:27.
Perché le mamme cinesi sono superiori a quelle occidentali (Ap Images)
«I cinesi non mollano mai» e cominciano a farlo nella culla. Mentre leggo una mail che una coppia di amici girovaghi mi inviano dal Laos, dove gli unici locali aperti la domenica sono quelli gestiti da emigrati della vicina Cina, scopro che la semplice spiegazione a questo assioma potrebbe essere in un articolo (il più letto oggi) del Wsj. Secondo l'autrice Amy Chua, professoressa di diritto alla Yale University,i cinesi stanno conquistando il mondo grazie alla loro rigida educazione, impartita fin dal primo vagito. È questa la tesi, anticipata dal giornale, che Amy, madre di due bambine, Sophia e Louisa, sostiene nel suo nuovo libro «Battle Hymn of the Tiger Mother», ovvero "Il grido di battaglia di una mamma tigre".
Il decalogo imposto dalla signora Chua alle figlie prevede le seguenti regole: non è permesso passare un pomeriggio a giocare con gli amichetti, partecipare ai pigiama party, partecipare alle recite scolastiche e lamentarsi per questo, guardare le televisione giocare con il computer, scegliere le proprie attività extrascolastiche, avere dei brutti voti a scuola (non è ammesso un voto inferiore alla A), non essere primi in tutte le materie con esclusione di ginnastica e teatro, scegliere di suonare degli strumenti musicali che non siano il pianoforte o il violino, rifiutarsi di farlo.
I genitori orientali di cui mamma Amy fa parte sono convinti che per i propri figli nessuna attività sia divertente finché non si raggiunge l'eccellenza. Al contrario i genitori occidentali pensano che non sia corretto stressare la prole per raggiungere dei traguardi degni di nota. In uno studio citato dalla scrittrice, il 70% delle mamme occidentali sono convinte che l'apprendimento debba essere accompagnato dal divertimento mentre la totalità di quelle orientali considerano che gli insuccessi dei figli dipendano da loro stesse e vada subito corretto. I genitori d'Oriente impiegano infatti molto più tempo a sostenere, aiutare e motivare i figli rispetto a quelli d'Occidente
Esercizio, esercizio, esercizio
Un'altra grossa differenza è infatti la motivazione alla pratica quotidiana di qualsiasi attività. Il raggiungimento dei risultati va ottenuto con tutti i mezzi, e non esistono eccezioni. La signora Chua spiega come abbia piegato Lulu, la figlia di sette anni, a suonare al pianoforte un brano particolarmente difficile. «Ho trasformato la battaglia con mia figlia in uno scontro corpo a corpo, ne ho fatto una questione di vita o di morte. Le ho urlato di non essere patetica e isterica. L'ho minacciata di toglierle i giocattoli, non le ho permesso di bere né di andare a fare la pipì l'ho assistita per ore fino a che magicamente Lulu ha suonato come si deve e mi ha detto «Mamma guarda quanto è facile!». In questo modo, sostiene la professoressa Chua, «Non ho affatto minato l'autostima di mia figlia ma al contrario le ho insegnato a non mollare mai».
Tutti i genitori, afferma la scrittrice, vogliono il meglio per i propri figli: gli occidentali cercano di ottenerlo assecondando i loro desideri, passioni e inclinazioni gli orientali invece sostengono che il modo migliore per prepararli per il futuro sia quello di fornirgli tutti i mezzi per raggiungerlo, prima e meglio degli altri.
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La lunga marcia degli studenti cinesi
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