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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2011 alle ore 07:53.
Per vincere la resistenza di comuni e opposizione il governo sceglie l'usato sicuro. E punta su una compartecipazione Irpef da 4 miliardi con cui sostituire una fetta di pari valore della futura Imu di trasferimento. Motivo: l'imposta sul reddito delle persone fisiche è meno sperequata rispetto a quella parte del tributo unico municipale (Imu) che dal 2014 accorperà imposta di registro, di bollo, ipotecaria e catastale.
Di fatto, l'Imu sulle compravendite resterà allo stato, e ai sindaci andrà solo una compartecipazione da un miliardo. Che si cumulerà con il gettito proveniente dall'Imu sul possesso: l'erede dell'attuale Ici che continuerà a gravare solo sulle seconde case. A far tornare i conti ci penserà l'Irpef. Che da compartecipazione più l'addizionale esistente si trasfomerà in una maxi-addizionale con una quota fissa e una manovrabile in su e in giù su iniziativa dei sindaci. Sulla falsariga di quanto previsto per i governatori nel decreto attuativo sul fisco regionale e i costi standard.
Ad anticipare la proposta era stato in un'intervista pubblicata sul Sole 24 Ore di martedì scorso lo stesso ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. Che l'ha ribadita ieri, insieme alle altre possibili modifiche (su cui si veda altro articolo nella pagina accanto) prima ai rappresentanti del terzo polo in bicamerale – Gianluca Galletti e Giampiero D'Alia per l'Udc, Mario Baldassarri per Fli e Linda Lanzillotta per l'Api – e, poi, a una delegazione del Pd, formata dal relatore di minoranza Giuliano Barbolini, da Walter Vitali e da Marco Causi. Ricevendone una risposta interlocutoria, seppur con toni e sfumature diverse.
Pur apprezzando l'opzione-compartecipazione Irpef, Vitali ha definito «un'occasione persa» la scelta del governo che si è detto «non in condizione di accogliere la nostra proposta di fiscalità comunale che fa perno sull'imposta sui servizi in sostituzione della Tarsu, la tassa sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, e dell'addizionale comunale all'Irpef». L'intervento sulla Tarsu/Tia ci sarà ma in un decreto correttivo e senza coinvolgere l'addizionale Irpef. A questo punto, ha spiegato il capogruppo democratico in commissione, il Pd si abbatterà affinché almeno le proposte dell'Anci passino.