Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2011 alle ore 06:37.
È un po' la rivincita dell'ex blocco sovietico: i fondi internazionali si sentono più sicuri quando investono dall'altra parte dell'ex cortina di ferro piuttosto che nell'Europa occidentale. Lo dicono le quotazioni dei credit default swap (cds), speciali polizze che servono per assicurarsi contro l'insolvenza degli stati: la Polonia (con il costo delle polizze a 158 punti base) è percepita tre volte più affidabile del Portogallo (539 punti base), quasi due volte più dell'Italia (252), poco meno della Francia (109). La Bulgaria (con i Cds che costano 253 punti base) è quotata a parimerito dell'Italia. La Repubblica ceca (92) e quella slovacca (90) "battono" addirittura la Francia, surclassando di gran lunga tutti i paesi del ClubMed. Insomma: ben 4 paesi dell'Est Europa sono percepiti più sicuri rispetto alla quotazione media dei credit default swap dell'area euro. In media, l'Est Europa è percepita più affidabile del l'area euro.
Le quotazioni dei credit default swap (che più salgono più indicano sfiducia su un paese) parlano chiaro: gli investitori internazionali vedono nell'Europa occidentale il ventre molle del Vecchio continente. E, in effetti, la congiuntura e i bilanci pubblici danno loro – molto spesso – ragione. I paesi dell'Est sono per esempio generalmente meno indebitati di quelli europei: il rapporto tra debito pubblico e Pil è al 41,2% nella Repubblica ceca (stima 2010 di Nomura), al 35% in Romania, al 79,8% in Ungheria, al 54,5% in Polonia. La media dell'area euro è ben peggiore: il debito pubblico è all'84,2% del Pil (stima 2010 di Rbs). Discorso spesso simile sul deficit di bilancio: è al 5% del Pil nella Repubblica ceca, al 7% in Romania, al 3,8% in Ungheria, al 7,8% in Polonia. Nell'area euro, invece, la media è al 6,35 per cento.
Per questo i Cds mostrano quotazioni spesso migliori ad Est. Eppure è evidente che una crisi dell'area euro peserebbe anche oltre la ex cortina di ferro. Nomura intravede tre possibili aree di contagio da ovest a est: «Innanzitutto il canale finanziario – si legge sull'outlook 2011 –. Anche il commercio può diventare un importante tramite per il contagio della crisi. I paesi che rischiano di più, in questo senso, sono Bulgaria, Ungheria e Repubblica ceca. Il terzo canale di contagio è quello bancario, perché se gli istituti di credito europei dovessero soffrire per la crisi degli stati ad essere penalizzati potrebbero essere anche quelli dell'Est».