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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2011 alle ore 17:37.
Francia e Stati Uniti insieme per far fronte all'avanzata cinese. È successo a margine dell'incontro di ieri a Washington tra il francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno del G 8/G 20, e il primo inquilino della Casa Bianca, Barack Obama. I due hanno creato un nuovo asse franco-americano in Africa.
Franceafrique, ricordo di grandeur
La Franceafrique per i cugini oltralpe è un ricordo di grandeur: da mesi cercano di svendere le loro costose basi militari africane all'Onu e all'Unione africana. La loro influenza nell'area non è più quella di un tempo. Degli americani e del loro progressivo disinteresse per il continente, come della loro perdita di influenza in molte aree si sa. Ci riprovano con questa entente cordiale facendo asse o scudo all'avanzata cinese. Senza soldi, però. Né programmi economici. La Cina resta il solo big player in Africa, con altri paesi emergenti rampanti, India, Brasile, Corea che cercano di ricavarsi uno spazio. Non è tutto. Tra i buoni propositi, nell'Africa del 2011 ci sono le ambizioni politiche dell'Unione africana che punta - lo prevede lo statuto - di creare un Fondo monetario africano. Gli africani che si disegnano da soli il proprio destino, anche economico...
Continente ricco di opportunità
E poi, ancora, ci sono una serie di elezioni politiche, tanti punti interrogativi sul futuro del continente e sulle derive possibili di instabilità, guerre civili e disordini... C'è il Sudan dove il presidente Bashir ricercato dal Tribunale penale dell'Aia per i crimini di guerra in Darfur si scopre uomo di pace, cerca di rifarsi una faccia aiutato dalle diplomazie occidentali e tende la mano presidente del Sud, Salva Kiir, e alla sua scontata secessione-indipendenza dal centro politico dell'enorme paese ricco di petrolio. C'è l'Uganda di Yosevi Museveni, uno dei miracoli economici africani che va al voto. La Nigeria ricca di petrolio, contrasti etnici e religiosi e di corruzione, l'Egitto di Mubarak, il Cameroun immobile dove è al potere da 27 anni Paul Biya e il suo clan, la Repubblica democratica del Congo e poi la Liberia dove a settembre si ricandiderà alle presidenziali la stella del calcio George Weah sfidando di nuovo Ellen Sirleaf, la Merkel africana. This is Africa, continente ricco di opportunità, dove l'economia avanza nonostante tutto, dove il confine tra folclore e tragedia è sottilissimo.