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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 08:33.
Felicità è essere la prima nazione al mondo no smoking. Un punto d'onore per il Bhutan: che se nella maggior parte delle conquiste del progresso è un fanalino di coda - il primo collegamento ferroviario, 18 km al confine con l'India, è stato progettato a fine 2009 - nei valori ben più importanti come il benessere dei propri abitanti aspira ad aprire la strada al pianeta. Dopo aver messo a punto un indice che antepone lo sviluppo umano al Pil, quantificando così la Felicità nazionale lorda, questo Shangri-la stretto tra i monti dell'Himalaya è passato a proibire le sigarette. Come i semafori che non si sono mai visti a Thimphu, la sola capitale al mondo in mano unicamente ai vigili, se ne può fare a meno. Tanto più che il fumo, secondo i buddhisti, non fa bene al karma.
Il bando a dire il vero risale al 17 dicembre 2004, quando l'Assemblea nazionale del Bhutan proibì la vendita di tabacco in tutto il regno. I sudditi ubbidirono solo per un po', poi si buttarono sul mercato nero e in breve i bar di Thimphu tornarono a riempirsi di fumo, di contrabbando. Così nel 2009 il governo di re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck decise di alleggerire il divieto, ma rafforzò i controlli. Legge entrata in vigore il 1° gennaio.
Teoricamente fumare qui non è proibito, racconta Tsheten Lodhe, giovane tour operator di Thimphu, «ma se vuoi farlo devi andare negli appositi locali di cui dovrà dotarsi ogni luogo pubblico». La differenza con i paesi che hanno adottato regole simili è che in Bhutan le autorità sono decise a scoraggiare la cattiva abitudine fino a sradicarla. È proibito vendere ma si può importare. Un privato ha diritto a 200 sigarette al mese, o 150 grammi di tabacco, ma dovrà pagare tasse elevatissime e affrontare una volta ogni 30 giorni un viaggio a Jaigaon, prima cittadina indiana oltre confine. E se verrà colto sul fatto, dovrà esibire regolare certificato doganale. Altrimenti rischierà fino a cinque anni di carcere, stessa pena per chi sarà sorpreso a vendere tabacco. La nuova legge, spiega Tsheten, dà alla polizia il diritto di irrompere in case e negozi, con l'aiuto di cani addestrati a riconoscere il tabacco: «Il governo fa sul serio». Con l'occasione, la lotta al contrabbando ha fatto fare un altro passo avanti al paese, che ha installato la sua prima macchina a raggi X all'aeroporto internazionale di Paro.