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Bocchino: dopo la sentenza telefonate di attenzione al Fli

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 11:52.

La sentenza della Consulta sul legittimo impedimento «frena l'effetto attrattivo che il presidente del Consiglio Berlusconi poteva avere in questa fase. Vista la decisione dei giudici costituzionali, ora deve andare in udienza ed è meno attrattivo rispetto al gruppo dei
responsabili. Non a caso da ieri sera è ricominciata qualche telefonata di attenzione dei responsabili nei nostri confronti». Questo il commento del capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, ad Agorà su Rai3.

VIDEOANALISI / La Corte è arbitro, per Berlusconi un sentiero stretto (di Stefano Folli)

Lo scudo bocciato in parte, al giudice il potere di controllo (di Stefano Folli)

Scudo bocciato in parte (di Donatella Stasio)

Berlusconi: sentenza ininfliente sul Governo

Per il capogruppo Fli la peggiore sentenza per il premier
La Corte costituzionale per Bocchino «ha tirato fuori la peggiore sentenza in assoluto per Berlusconi
: uno, perchè non può urlare ai giudici comunisti; due, perché‚ riprendono i processi; tre, perchè gli impedisce di andare al voto da vittima e frena l'effetto attrattivo che poteva avere in questa fase».


Pionati (Alleanza di Centro): la Consulta è un organo politicizzato
Francesco Pionati (Allenza di centro) ha criticato la sentenza della Consulta sul legittimo impedimento perché, a suo giudizio, ha confermato che l'organo «é assolutamente
politicizzato» ma anche che «non abbia voluto farla grossa lasciando dei margini di flessibilit…. L'idea che ho avuto di Berlusconi era di un premier tranquillo e parzialmente
soddisfatto», ha aggiunto.

Stracquadanio: fallita la caccia al cinghialone
«Se al tribunale di Milano si mettono a vagliare la consistenza di un consiglio dei ministri é una dichiarazione di guerra da parte dei tribunali. Se invece ci sarà una reale collaborazione non credo ci sarà alcun timore». Questo il commento di Giorgio Stracquadanio (Pdl), ospite alla trasmissione Omnibus di La7. Per Stracquadanio visto «che tutti sanno che i processi che coinvolgono Berlusconi sono destinati alla prescrizione e in base al criterio che non si inseguono le cause perse, é bene non profondere risorse pubbliche nelle cause perse. dal 1994 si é tentata la caccia al cinghialone, Berlusconi, che non é riuscita».

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