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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 08:07.
Ancora tre indagati nel caso "Ruby". Tre mister (o mistress) X che avrebbero avuto un ruolo apparentemente solo "secondario" nella vicenda che ha portato sotto inchiesta Silvio Berlusconi, Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. È l'ultima novità che giunge da Palazzo di giustizia di Milano, dove, nel pomeriggio di ieri, era circolata la voce di una visita improvvisa dei legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo. Visita che non c'è stata e che forse neppure ci sarà. Ma anche in questo caso, come nell'ipotesi in cui Berlusconi dovesse decidere di non presentarsi di fronte ai magistrati milanesi per l'invito a comparire nei giorni 21, 22 o 23 gennaio prossimo, il rito immediato non dovrebbe subire delle battute d'arresto. Anzi i Pm contano di chiedere al Gip Cristina Di Censo il via libera entro metà febbraio.
Toccherà dunque allo stesso giudice che ha deliberato su Massimo Tartaglia, il lanciatore della statuetta sul volto del Presidente del Consiglio, stabilire se procedere o meno con il rito breve. Suo anche il compito di decidere sulla competenza territoriale dell'inchiesta. Le difese sostengono che a procedere dovrebbe essere la procura di Monza, mentre l'accusa ribatte di avere la piena titolarità dell'indagine, essendo prevalente il reato di concussione aggravata e continuata (che si sarebbe verificato a Milano).
Edmondo Bruti Liberati, procuratore della Repubblica, nel frattempo, ha risposto con un breve comunicato al messaggio televisivo di Berlusconi, andato in onda domenica. Nella nota si dice che «la procura della Repubblica di Milano prosegue nel suo lavoro quotidiano, in piena serenità, nel saldo riferimento ai principi costituzionali dell'uguaglianza di tutti davanti alla legge, dell'obbligatorietà dell'azione penale, della presunzione di non colpevolezza». Nel frattempo nei locali della Squadra Mobile di Milano proseguono gli interrogatori, sia degli indagati, sia delle parti lese, sia delle persone informate sui fatti. L'attesa della decisione della Giunta per le autorizzazioni a procedere sulla perquisizione dello studio di Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia di Berlusconi, non ferma leb indagini.