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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2011 alle ore 06:36.
Sconti sugli affitti, taglio delle aliquote sulle compravendite e un cambio di rotta sul conto che sarà presentato sul possesso di immobili diversi dall'abitazione principale. Il federalismo municipale, che in questi giorni assumerà la sua veste definitiva in vista del voto in commissione bicamerale previsto per il 21 o il 26 gennaio, porta con sè una riforma profonda delle tasse sul mattone, che riguardano tutte e tre le attività fiscalmente rilevanti dei proprietari di casa: il possesso, la compravendita e l'affitto.
Possesso
Il progetto del governo restringe in modo deciso i confini dell'esenzione, che nell'Italia federalista dovrebbero salvare dal prelievo solo l'abitazione principale «propriamente detta» e le sue pertinenze (per esempio il garage). Sembra destinato a cadere, invece, il salvacondotto fiscale fino a oggi assicurato alle abitazioni concesse a titolo gratuito ai parenti, e di conseguenza assimilate dai comuni alla prima casa. Il decreto approvato in prima lettura dal governo, poi, non offre sconti agli immobili di Onlus ed enti ecclesiastici, finora oggetto di un'esenzione difesa tenacemente dal governo anche contro le obiezioni dell'Unione europea.
Tutti questi immobili, se non interverranno correzioni in extremis, saranno chiamati a pagare l'aliquota ordinaria dell'imposta municipale pensata per le normali abitazioni non principali. Ancora si lavora di calcolatrice per fissare l'aliquota, ma nelle analisi della commissione tecnica per l'attuazione della riforma il punto di equilibrio si incontra al 10,6 per mille, un livello sensibilmente più alto rispetto al 6,4 per mille dove si attesta l'aliquota ordinaria media dell'Ici. Il confronto fra la situazione di oggi e quella futura non è così immediato, e nelle intenzioni del governo il passaggio dal vecchio al nuovo regime dovrebbe avvenire a saldo zero per i proprietari: l'aliquota più alta andrà infatti compensata dall'addio all'Irpef sui redditi fondiari, e dalle semplificazioni che cancellano imposte di registro e ipocatastali. Nella girandola di correttivi di questi giorni, la compartecipazione all'Irpef prevista dall'ultima offerta di Calderoli potrebbe intervenire anche ad abbassare l'aliquota dell'Imu, ma è presto per dirlo.