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Rette troppo alte nelle facoltà americane. La "rivolta" degli iscritti a giurisprudenza parte dai blog

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2011 alle ore 09:32.

«Sul mercato del lavoro una laurea in legge è un ostacolo più che un capitale». Una lettera con questa affermazione è stata inviata recentemente da uno studente al rettore del Boston College Law School, con allegata la richiesta di ricevere indietro la retta pagata per studiare giurisprudenza in cambio di una promessa. Lasciare il corso di studi in giurisprudenza iscrivendosi a una facoltà che permette di trovare lavoro più facilmente. Il problema del sovraffollamento del mercato legale, con un esubero della domanda rispetto ai posti di lavoro disponibili non è solo italiano.

Aumentano gli iscritti a Legge, ma gli studi assumono con più cautela
Anche negli Stati Uniti i numeri parlano chiaro. Mentre il numero dei giovani che puntano a una carriera nel settore legale aumenta, con 9 nuove università che hanno aperto i battenti negli ultimi dieci anni e circa 43mila laureati in questa materia ogni 12 mesi, gli studi legali assumono oggi con maggiore cautela. Un'equazione che si è tradotta in una perdita di circa 15mila posti di lavoro dal 2008 a oggi e una rivoluzione nella redditività per chi sceglie un impiego in questo settore. Qualche anno fa lo stipendio di ingresso in una law firm poteva raggiungere 150mila dollari, mentre per i fortunati che trovano lavoro oggi il primo stipendio varia tra 45mila e 60mila dollari a cui vanno sottratte le rate del mutuo contratto per studiare. Circa 250mila dollari per l'intero corso di studi. La retta annuale in una facoltà di legge è infatti di circa 43mila dollari e secondo i calcoli di alcuni studenti il salario minimo per rendere lo studio di giurisprudenza un investimento vantaggioso è di 65mila dollari.

La "rivolta" dei giovani parte dai blog
La "rivolta" dei giovani che chiedono una retta più accessibile e una maggiore selezione per iscriversi alle università, accusate di essere diventate una macchina da soldi, parte dai blog.
Un vero fenomeno, tanto che il gruppo dei blog che si occupa di questa tematica viene già indicato con il termine "scamblogsfera", dal termine inglese scam, imbroglio. Uno dei più seguiti è "Shilling me softly", titolo che gioca con la parola shilling, scellino. Nel sito si parla delle "lacrime da coccodrillo" di chi si iscrive a questa facoltà, che si renderà presto conto di avere speso male i propri soldi, «come quando ho investito tutta al tredicesima in Cd di Prince», ricorda l'autore Kimber Russell. Molto seguito è anche "Subprime Jd", che si riferisce invece al titolo di Juris doctor (dottore in giurisprudenza) conseguito dai neolaureati. Il sito pubblica anche dei calcoli che permettono ai candidati studenti di verificare come sarà il debito che dovranno pagare dopo la laurea. Ancora, "Rose Colored Glass" si definisce un sito che cerca di diffondere un "gospel anti-law school". Il consiglio di Third Ties Reality è invece quello di studiare giurisprudenza a condizione che si abbia un posto di lavoro assicurato in uno dei primi 8 studi legali per fatturato.

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Tags Correlati: Boston College Law School | Giustizia | Kenneth Desornes | Rose Colored Glass | Russell Kimber | Third Ties Reality |

 

C'è anche chi ricorre al tribunale
C'è chi per accusare, al blog preferisce il tribunale. Come l'ex studente Kenneth Desornes che ha citato l'università nella causa di bancarotta personale in cui è coinvolto.
Una situazione che potrebbe restare bloccata per altri anni, con un mercato stagnante e molti studenti disposti a studiare legge anche sono per il prestigio del diploma e non più per i possibili guadagni tradizionalmente collegati alla carriera di avvocato d'affari.
Intanto, i laureati in legge che negli ultimi mesi non hanno trovato sbocco negli studi legali stanno entrando nel mercato del lavoro in altri settori con l'unico scopo di pagare il debito contratto. Esempi di settori collegati sono quello paralegale, consulenza e selezione del personale. Secondo alcuni esperti intervistati dal New York Times, quotidiano che è tornato recentemente su questo tema che tiene banco da mesi tra gli specialisti, l'unico modo per risolvere il disequilibrio su questo mercato del lavoro è un intervento radicale che limiti il numero delle università che offrono il corso di laurea in giurisprudenza. Anche se, come per tutti gli altri comparti della formazione, la scamblogsfera scomparirà appena gli Stati Uniti supereranno la crisi economica e le law firm torneranno a firmare i contratti dei neolaureati.

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