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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 16:23.
Ironia e ragione contro l'Apocalisse nel Festival delle Scienze di Roma che si aprirà all'Auditorium Parco della Musica, il prossimo giovedì 20 gennaio. «La Fine del mondo. Istruzione per l'uso» è il tema di questa sesta edizione, che si chiuderà domenica 23 gennaio. Con i numerosi relatori - fra i quali il fisico Brandon Carter, Robert Smith, la docente di Harvard Lisa Randall, il geologo Colin Campbell, l'astronoma Giovanna Tinetti e il vulcanologo Bill McGuire - si discuterà di catastrofi del passato e apocalissi di massa, di come ci si potrebbe comportare in casi limite, della vita futura della Terra.
In programma aperitivi con gli scienziati, lectio magistralis e concerti (da non perdere quello in cartellone giovedì alle 21, con musiche di Karlheinz Stockhausen e Philip Glass e con la partecipazione straordinaria di Tashi Lama, Maestro Cantore ufficiale del Dalai Lama).
Fra i tanti appuntamenti spicca anche la lectio inaugurale dello scrittore Ian McEwan che parlerà del suo "Blues della fine del mondo", una riflessione provocatoria e sorprendente sui modi di guardare alla nostra esistenza collettiva, e un ironico spettacolo di Stefano Benni dal titolo "L'ultima astronave".
Un modo scientifico per parlare dell'Apocalisse
Il Festival è stato presentato oggi a Roma dal sindaco Gianni Alemanno, dal nuovo presidente della Fondazione Musica per Roma, il presidente della Camera di Commercio di Roma Aurelio Regina appena succeduto a Gianni Borgna, e dal presidente della Telecom Italia, Gabriele Galateri di Genola. «Il tema del Festival è un esempio di grande capacità divulgativa», ha detto Alemanno, e l'arrivo di Regina «segna la necessità di un nuovo mecenatismo». Sicuramente ispirarsi alla profezia Maya che indica il 2012 come l'anno della fine del mondo è una scelta insolita: «È il tema meno scientifico che si possa immaginare», ha osservato l'amministratore delegato della Fondazione, Carlo Fuortes. «Naturalmente - ha aggiunto - della fine del mondo si parlerà in modo scientifico e sarà l'occasione per divulgare in modo alto senza annoiare». Per il direttore scientifico del Festival, Vittorio Bo, «l'attenzione della scienza è in realtà concentrata sulla fine delle risorse del pianeta, ed è soprattutto di questo che si parlerà».