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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 08:08.
Giorgio Napolitano aveva deciso di non intervenire in alcun modo sugli ultimissimi sviluppi dell'«affaire Ruby», con annesse le implicazioni politico-giudiziarie del caso che vede coinvolto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Poi, in primo luogo la lettura mattutina dei quotidiani che parlavano di un suo colloquio telefonico con il premier, in cui Berlusconi gli avrebbe espresso tutta la sua preoccupazione ed esposto la linea difensiva, in secondo luogo il previsto incontro pomeridiano con il premier in cui la questione sarebbe certamente riemersa, hanno convinto il Capo dello Stato a giocare d'anticipo esprimendo il suo punto di vista sulla vicenda con una nota ufficiale.
Non vi è stato in questi giorni - precisa la nota del Quirinale - alcun colloquio telefonico tra il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica. La smentita è relativa anche alle indiscrezioni secondo le quali il Capo dello Stato avrebbe «letto o comunque ricevuto» le carte trasmesse dall'autorità giudiziaria alla Camera che dovrà pronunciarsi «sull'autorizzazione richiestale a eseguire una specifica perquisizione». Il coinvolgimento a vario titolo del Quirinale sarebbe comunque improprio, spiega indirettamente la nota. Non è una competenza che rientra nelle attribuzioni del Capo dello Stato, poiché si tratta di una questione che attiene per intero ai rapporti tra magistratura e il presidente del Consiglio e tra la procura di Milano e il Parlamento, investito nella sede della Giunta per le autorizzazioni a procedere. In sostanza, Napolitano non ci sta ad essere chiamato in causa direttamente o indirettamente in un affaire che sta nuovamente scuotendo dalle fondamenta i già precari equilibri politici sanciti dal doppio voto di fiducia dello scorso 14 dicembre. Il Capo dello Stato ha poi ribadito puntualmente la sua posizione al premier durante l'incontro serale formalmente dedicato ai 150 anni dell'unità. E di fronte all'annuncio di Berlusconi di voler andare avanti e al suo dirsi estraneo ai fatti contestati dai giudici, Napolitano ha espresso il suo auspicio che le indagini facciano chiarezza nel più breve tempo possibile.