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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 15:41.
Garantismo, fastidio, ma anche occasione per fare polemica: il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri, ha dichiarato: «Il presidente Formigoni deve venire a riferire in aula. Non è possibile che il suo listino elettorale (di cui faceva parte Nicole Minetti) si trasformi in un casino».
Sono questi gli stati d'animo che hanno caratterizzato la seduta odierna del consiglio regionale lombardo in cui siede, nelle file del Pdl, l'ex soubrette e igienista dentale Nicole Minetti, fatta inserire da Berlusconi nel "listino" del governatore Roberto Formigoni in occasione delle elezioni regionali dell'anno scorso e ora al centro delle indagini sul caso Ruby e sui festini che si tenevano ad Arcore.
Lei, la Minetti, ha dovuto resistere all'assalto di fotografi e giornalisti al suo arrivo e anche quando ha lasciato per pochi minuti l'aula per recarsi in bagno, ma non si è scomposta. Tutt'intorno, invece, non sono mancate dichiarazioni ufficiali dei compagni di partito e della Lega, l'altro partito di maggioranza, improntate al garantismo: finché le accuse non sono provate, tutti sono innocenti. Però qualche consigliere dava segni di disappunto per il prevalere del gossip sui temi di politica regionale all'ordine del giorno.
Così è passata sottotono anche l'interrogazione dell'Italia dei Valori su un episodio di parentopoli leghista in occasione delle recenti nomine dei dirigenti della sanità. Il designato, padre di un caposegreteria dell'assessore leghista Monica Rizzi, ha spiegato l'assessore Luciano Bresciani rispondendo all'interrogazione, ha tutte le carte in regola, per ricoprire l'incarico. E' vero, non ha competenze specifiche nel campo sanitario, però conosce il territorio montano che caratterizza l'Asl Vallecamonica-Sebino e questo ha fatto prevalere la sua candidatura rispetto ad altre.
