Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 15:40.
I riscontri sulle perquisizioni appena svolte a casa del consigliere regionale Nicole Minetti. E moltre altre verifiche in corso, considerata la mole di testimoni, oltre gli indagati, coinvolti nell'inchiesta che chiede al premier di presentarsi davanti alla procura di Milano. Il lavoro dei pubblici ministeri guidati da Ilda Bocassini non ha soste. Ma Ruby sostiene altre verità, rispetto a quelle che emergono dalle 389 pagine di atti giudiziari depositate alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera.
Procura a tutto campo
Si procede all'analisi dei documenti, delle fatture, dei pc e dei cellulari sequestrati la scorsa settimana durante le perquisizioni di Nicole Minetti e delle dieci ragazze residenti nella palazzina di Milano Due. Ieri è arrivata di nuovo la smentita che ci siano immagini o foto dei numerosi festini nella villa di Arcore del premier. Ma sarà l'esame tecnico di computer e telefonini a fornire eventuali immagini o video girati nella residenza durante le serate osè, oltre agli accertamenti sulle agende e sui documenti, come le fatture cercate a casa e negli uffici di Nicole Minetti.
I legali del premier a breve depositeranno una richiesta di trasferimento del procedimento al Tribunale dei Ministri per incompetenza funzionale e territoriale. Il fascicolo processuale dovrebbe contenere almeno 1.200 pagine, oltre le 389 già alla Camera.
Gli spunti delle telefonate
Nelle carte ci sono anche le conversazioni captate dagli investigatori tra Luca Risso, l'attuale fidanzato di Ruby, e la sua ex ragazza, Serena, in una pausa di un interrogatorio durante le indagini difensive dello scorso 7 ottobre. Risso, parlando con l'allora fidanzata, le dice: «Sono ancora qua. Ora sono sceso un attimo sotto, sono venuto a fare due passi ... (...) lei (cioè Ruby, n.d.r.) è su, che si son fermati un attimino perchè siamo alle scene hard con il pr.. con con una con la persona». E dall'altra parte del telefono: «Ma figurati?». Risso: «Sì, sì». Serena: «Con lei?». La risposta: «Mmm, guarda, ti racconterò tutto ..». Serena: «Va bè, non dirmelo per telefono».
La (nuova) versione di Ruby
Nonostante le numerose contraddizioni con quanto emerge dagli atti giudiziari, Karima El Marhoug, in arte Ruby, concede un'intervista ad Alfonso Signorini, direttore di Chi e della trasmissione Kalispera, per disegnare tutta un'altra scena: quella di una vita segnata dal dolore ma in cui «Berlusconi non mi ha toccato neanche con un dito». In lacrime, ha raccontato che a nove anni fu violentata da due zii paterni e il dolore fu tanto da rifugiarsi in una vita «parallela» cioè quella «che avrebbe voluto vivere» per dimenticare le ferite.