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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 06:36.
BRUXELLES - Si annunciano più severi e nel segno della totale trasparenza, almeno teorica, i nuovi stress test sulle banche europee. Contrariamente a quanto è accaduto nell'ultima tornata conclusasi nel luglio scorso, questa volta saranno anche più ampi, prenderanno in considerazione i parametri della liquidità e della solvibilità anche alla luce dell'esposizione dei singoli istituti di credito ai rischi da debiti sovrani.
Su questo nuovo schema di lavoro c'è accordo di massima tra i 27 ministri dell'Ecofin, anche se ci sono ancora non pochi dettagli fondamentali da concordare. Se il criterio della liquidità è ormai acquisito in quanto ieri è caduta l'opposizione tedesca, ancora non è chiaro come verrà verificata la resistenza a eventuali shock derivanti da un default di un paese dell'euro.
Inglesi e scandinavi insistono perché sia condotto un vero e proprio test di solidità nell'ipotesi di un fallimento sovrano e relativa ristrutturazione del debito. Francia e Germania per ora su questo punto restano più reticenti.
«Dobbiamo condurre test più stringenti e affidabili» ha sottolineato il commissario Ue ai Servizi finanziari Michel Barnier, lanciando per l'occasione un appello forte alle banche invitandole alla «moderazione nella distribuzione dei bonus, quando ci sono altre parti della società europea che soffrono», per le drastiche misure di rigore di bilancio e le riforme strutturali.
Dopo il flop dell'esercizio di luglio che coinvolse 91 banche ma per esempio non quelle irlandesi, a partire dalla Anglo-Irish, che di lì a poco avrebbero travolto la fino ad allora proverbiale stabilità dei conti pubblici di Dublino facendone schizzare il deficit al 32%, ora si tenta di correre ai ripari, di condurre prove di resistenza e di eventuali ristrutturazioni più credibili di quanto fatto finora. Barnier ha annunciato che saranno 85 gli istituti questa volta interessati, saranno esaminati secondo criteri uniformi e coerenti tra loro e in coordinamento con gli Stati Uniti. Il tutto sotto la regia dell'Eba, la nuova Authority europea per le banche, operativa dai primi di gennaio.
Ancora comunque non c'è intesa sulla metodologia da seguire e per questo non si sa ancora esattamente quando scatteranno i test. C'è chi ritiene che la scadenza di febbraio sarà rispettata e chi invece si attende uno slittamento a marzo o addirittura a maggio. Il processo si dovrebbe concludere tra fine giugno e luglio. Ma per ora non si è deciso quali risultati verranno pubblicati e quando, ha sottolineato il tedesco Wolfgang Schäuble.