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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 16:58.

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Caso Marrazzo: la Cassazione annulla il sì del Riesame all'arresto degli indagati (Ansa)Caso Marrazzo: la Cassazione annulla il sì del Riesame all'arresto degli indagati (Ansa)

Tornerà di nuovo davanti al tribunale del riesame la questione dei mancati arresti dei carabinieri Nicola Testini, Carlo Tagliente e Luciano Simeone, indagati per il presunto ricatto a Piero Marrazzo. L'ex governatore del Lazio sorpreso in un appartamento in compagnia del trans Natalì, in relazione a una serie di rapine compiute tra il 2007 e il 2009 ai danni di alcuni viado.

La decisione della Cassazione
La terza sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio l'ordinanza con la quale i giudici del riesame avevano accolto il ricorso della procura contro il no agli arresti, deciso nel marzo del 2010 dal gip Renato Laviola. «La decisione della Cassazione - ha commentato l'avvocato Valerio Spigarelli che, con le colleghe Ambra Giovene e Marina Lo Faro, difende i tre carabinieri - rappresenta un ulteriore piccolo mattone per il raggiungimento della verità in una vicenda giudiziaria che ha visto passaggi poco chiari». Sul capitolo relativo alle rapine ai trans, ha aggiunto il legale, «già il gip aveva ritenuto insussistenti gli indizi per applicare una misura cautelare. Il riesame aveva ribaltato questo orientamento, recependo un ricorso della procura e ora la Cassazione ha ritenuto che questi elementi vadano di nuovo valutati. Piano piano ci stiamo avvicinando alla realtà dei fatti».

Indagine in dirittura d'arrivo
La procura, che sta per chiudere tutta l'indagine sul ricatto a Marrazzo, oltre che sulla morte del pusher dei trans, Gianguerino Cafasso, avvenuta nel settembre del 2009 in un albergo romano, è convinta che Testini fosse il capo di un'organizzazione che terrorizzava e taglieggiava, con l'aiuto dei suoi colleghi, i transessuali della Cassia. Diverso il parere del gip Laviola, secondo cui gli episodi illeciti contestati ai tre erano avvenuti in epoca non recente e quanto denunciato alla procura potrebbe essere stato frutto del risentimento nutrito dai trans nei confronti degli stessi militari. Per il giudice inoltre le dichiarazioni delle persone offese erano state rese tardivamente ai pm solo quando i carabinieri finirono in manette per il caso Marrazzo.

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