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Da Kostelic a Zurbriggen, il circo bianco cerca il suo leader (senza gli azzurri)

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 21:03.

Tutto in famiglia: il padre Ante lo allena, la sorella Janica lo consiglia e lui, Ivica Kostelic, sta provando a vincere la sua prima Coppa del mondo. Sarebbe anche la prima per uno sciatore croato, mentre in campo femminile ci sono le tre sfere di cristallo conquistate da Janica Kostelic nel 2001, 2003 e 2006, senza contare la pletora di medaglie olimpiche e mondiali, quasi tutte del metallo più prezioso. Questo sembra l'anno giusto per Ivica, 31 anni, che finora non è mai riuscito a diventare il re del circo bianco. Alla vigilia di Kitzbuehel, comanda una classifica particolarmente corta, 726 punti contro i 511 di un Mazinga Svindal un po' in affanno ma che si è rivisto tra i migliori a Wengen, così come Didier Cuche e Carlo Janka.

Wengen ha proiettato due volte Kostelic sul gradino più alto del podio, nella super combinata di venerdì e nello slalom di domenica. In ombra nella prima parte della stagione, eccetto il terzo posto di Levi, è esploso nelle ultime settimane, approfittando di errori e incertezze dei rivali. Sta dominando tra i pali stretti, grazie al secondo successo consecutivo dopo Adelboden e al podio notturno a Zagabria; insomma è lui il candidato numero uno per il 2010-2011, soprattutto se continueranno i suoi piazzamenti anche in discesa e gigante.

Polivalenza di famiglia
La polivalenza è una tradizione di casa: la sorella Janica vanta 55 podi in carriera di cui 30 vittorie in tutte le specialità. Ivica è a quota 38 con 15 affermazioni, ma solo in slalom e combinata. Il cordone ombelicale tra i due è rimasto sempre saldo: hanno imparato a sciare insieme da bambini e non hanno mai smesso di confrontarsi. Nel 2003 entrambi hanno centrato il titolo iridato di slalom a St. Moritz. Da quando si è ritirata definitivamente, nella stagione 2006-2007, Janica è diventata più che una sorella minore per Ivica. Gli fa da consulente tecnico e confidente, lo segue in tutte le tappe del circo bianco e lo conosce alla perfezione, tanto che basta uno sguardo per intendersi al volo. Sa come motivarlo e aiutarlo nei momenti difficili. Al resto ci pensa il padre Ante, con i suoi metodi d'allenamento piuttosto originali, che uniscono corpo e mente disdegnando la palestra e preferendo, invece, gli esercizi all'aria aperta.

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Tags Correlati: Bormio | Didier Cuche | Giuliano Razzoli | Ivica | Janica Kostelic | Manfred Moelgg | Manuela Moelgg | Max Blardone | Sport | Zagabria | Zurbriggen

 

Zurbriggen ci crede ancora
Kitzbuehel potrebbe essere l'occasione perfetta per aumentare il suo vantaggio, con superG, discesa libera e slalom valevole anche per assegnare i punti della combinata. Ovviamente bisognerà fare i conti con gli avversari, che vedono in Silvan Zurbriggen un talento emergente. Lo svizzero, 29 anni, ha stupito la platea della Val Gardena, vincendo la libera sulla Saslong lo scorso dicembre, dopo aver scalzato dal primo posto provvisorio un incredulo Didier Cuche, quando ormai i giochi sembravano fatti. A gennaio 2009 ha ottenuto l'unico altro suo successo, la tradizionale combinata di Kitzbuehel che somma il risultato della discesa alle due manche dello slalom. Finora ha ottenuto diversi piazzamenti oltre al secondo posto nella libera di Bormio in chiusura del 2010; la polivalenza gli sta giovando e pochi avrebbero scommesso su questi exploit nella velocità. È terzo in classifica generale. Deve recuperare 257 punti a Kostelic: una bella impresa, ma ci sono ancora tante prove con i Mondiali in mezzo.

Azzurri non pervenuti
E gli azzurri? Non si capisce bene se sia prudenza, sfortuna, errori o totale mancanza di concentrazione. Arriviamo a Kitzbuehel (e a Cortina con le donne, impegnate in due superG e una discesa) senza nemmeno una vittoria e quattro terzi posti: Max Blardone nel gigante di Val d'Isère, Christof Innerhofer nella discesa di Bormio e Manuela Moelgg unica a salire sul podio in due specialità diverse, gigante a Soelden e slalom a Zagabria. E proprio Manuela ci ha offerto un ottimo esempio del pasticcio azzurro, nell'ultimo slalom di Flachau (11 gennaio, perché le gare dello scorso weekend a Maribor sono state cancellate). Era quarta e ha inforcato il primo paletto nella seconda manche, appena uscita dal cancelletto di partenza. Non si contano più le delusioni di Manfred Moelgg e Giuliano Razzoli in slalom; stanchi, lamentosi e paurosi, i nostri atleti somigliano sempre più a talenti inespressi. Magari troveranno il punto di svolta proprio a Kitzbuehel o a Cortina; intanto possiamo applaudire la loro caparbietà nel tentare di risalire la china.

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