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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 12:54.
Ieri nel workshop "Education and the Quality of Human Capital. What Role Does the Private Sector Play?", organizzato dalla Fondazione Milano per Expo 2015 e dall'Istituto Bruno Leoni, si è parlato di educazione e istruzione nei paesi in via di sviluppo da un punto di vista insolito. L'accento è stato infatti posto sulle poco note virtù delle scuole private low cost che, piuttosto diffuse in alcune aree dell'Asia e dell'Africa, aiutano le famiglie povere ad affrancarsi, in cambio di pochissimi soldi, dalle carenze di un'istruzione pubblica gestita dallo Stato e spessissimo deficitaria.
Scuole low cost battono la fame dell'Africa nera (di James Tooley)
Nell'elegante e poco conosciuto Teatrino, custodito all'interno di Palazzo Visconti nel centro di Milano, la presidentessa della Fondazione Milano per Expo 2015, Diana Bracco, e il direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni, Alberto Mingardi, hanno introdotto il racconto di James Tooley, docente di politiche dell'Istruzione all'Università di Newcastle. Tooley, che ha scritto il libro The Beautiful Tree: A Personal Journey Into How the World's Poorest People Are Educating Themselves a seguito di un'attività di ricercatore-globetrotter in giro per l'Africa anglofona (Ghana, Nigeria, Kenya) e l'India, è un vessilifero del modello di scuole private ultra low cost.
Piccoli istituti, grande eccellenza
Piccoli istituti che, competendo con la propria eccellenza con le assai più sgangherate – e in definitiva non molto più economiche – scuole pubbliche, incontrano l'entusiasmo e l'adesione di famiglie anche molto povere che si privano volentieri di una manciata di dollari per garantire un'istruzione migliore ai propri figli. Si tratta di esperienze assolutamente non marginali se si considera che nello Stato di Lagos, in Nigeria, portato a esempio da Tooley, il 41 per cento degli studenti frequenta scuole private riconosciute, il 33 per cento scuole private non riconosciute e soltanto il 26 per cento scuole gestite dal governo. La ragione di questo successo, spiega il ricercatore, è nella qualità più alta dell'insegnamento. Da uno studio condotto a Delhi, ad esempio, si è scoperto che gli studenti che frequentano le piccole scuole private locali (che, così come in Africa, sono spesso collocate negli slums più poveri e non hanno nulla a che vedere con costosi istituti di eccellenza destinati alle élites), raggiungono competenze decisamente superiori sia in matematica, sia in inglese, sia in hindi rispetto ai loro coetanei che frequentano la scuola pubblica.