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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 12:57.
Occorre «scongiurare nell'immediato ulteriori esasperazioni e tensioni che possono solo aggravare un turbamento largamente avvertito e riconosciuto e suscitare un effetto di deprimente lontananza dallo sforzo che si richiede per superare le mpolteplici prove cui la comunità nazionale deve fare fronte». È l'appello lanciato dal capo dello Stato, Giorgio
Napolitano, alla giornata dell'informazione celebrata al Quirinale.
Napolitano: urgente fare chiarezza (di Dino Pesole)
Serve rispetto reciproco tra magistrati e politica
Il presidente della Repubblica è tornato quindi a sottolineare che «un valido equilibrio è sempre indispensabile nel rapporto tra chi è costituzionalmente deputato ad esercitare il controllo di legalità e ha specificamente l'obbligo di esercitare l'azione penale, e chi è chiamato, nel quadro istituzionale e secondo le regole della Costituzione, a svolgere funzioni di rappresentanza democratica e di governo». Il Colle, dunque, ribadisce l'importanza di non arrivare a uno scontro istituzionale e chiede «rispetto reciproco» tra istituzioni e magistrati. Non fa nomi il capo dello Stato ma è chiaro il riferimento al clima di dura contrapposizione che sta segnando il caso Ruby dopo gli ultimi attacchi rivolti da Silvio Berlusconi ai pm milanesi che lo accusano di concussione e di prostituzione minorile. «Da anni mi sto spendendo per sollecitare quell'equilibrio e quel rispetto reciproco che appaiono spesso alterati, con grave danno sia per la politica che per la giustizia. Troppe sollecitazioni sono cadute nel vuoto. Troppe occasioni sono state perdute. E oggi ne paghiamo il prezzo».
Nella Costituzione garanzie per il giusto processo
Napolitano ha quindi ribadito la centralità della Costituzione come parametro di riferimento per far valere «le ragioni della legalità nel loro necessario rigore e le garanzie del giusto processo». Al di fuori di questo quadro, ha aggiunto, «ci sono solo le tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici che non possono condurre, per nessuno, a conclusioni di verità e di giustizia».Il capo dello Stato ha quindi rimarcato, richiamando l'intervento di Riccardo Chieppa che ha presentato il codice di autoregolamentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni tv, come la cronaca giudiziara stia diventando «materia sempre più che mai scottante». (Ce. Do.)