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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2011 alle ore 19:07.
«Non voglio infierire, ma il buon nome dell'Italia da qualche tempo a questa parte viene sottoposto a dure critiche per comportamenti di chi l'Italia la rappresenta». Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha indirettamente parlato oggi a Reggio Calabria, del caso Ruby e delle polemiche politiche connesse all'inchiesta di Milano.
«Una richiesta evidente di impunità»
«Quando si è oggetto di indagini complesse, che gettano una luce particolarmente negativa, dire 'non mi muovo' o 'non considero possibile essere sottoposto ai magistrati' è una richiesta evidente di impunità», afferma il presidente della camera, Gianfranco Fini, riferendosi a Silvio Berlusconi. «L'idea di centrodestra mia e dei nostri padri - aggiunge - è profondamente diversa dalla caricatura di centrodestra di chi oggi è impegnato solo a far si che gli italiani sappiano e che ci sia chiarezza».
In mattinata, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva denunciato quello che a suo dire era un disegno eversivo portanto avanti dallo stesso Fini e dagli esponenti che hanno poi dato vita a Futuro e libertà. «Ho il dovere di ricordare al presidente del Consiglio che Fli è nata per l'impossibilità nel Pdl di affrontare certe questioni, di dire scomode verità e soprattutto perchè abbiamo pensato fosse un dovere morale dimostrare che a certi principi noi crediamo davvero. Perchè in certi momenti tacere diventa essere corresponsabile». Così ha prelicato Fini. «In tanti - ha spiegato - hanno capito perché nasce: perché non ce la sentivamo di non dire, di tacere. Perché quando si arriva a dire che Vittorio Mangano è un eroe, o si ribadisce che non è vero oppure si diventa complici».
Il presidente della Camera ha inoltre ricordato che: «Chi ha vinto le elezioni non può pensare di essere al di sopra della legge. Il giustizialismo è un male, ma non può esserci giustizialismo quando si ribadisce chiaramente che la presunzione di innocenza non possa essere confusa con la presunzione di impunità».
La giornata a Reggio Calabria
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato oggi pomeriggio a Reggio Calabria il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. E' durato invece mezz'ora l'incontro tra Fini e il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, oggetto nel corso dello scorso anno di diversi attentati intimidatori, culminati nel mese di agosto con una bomba fatta esplodere davanti l'abitazione di Di Landro. Solidarietà e gradimento verso l'azione della procura generale sono stati i contenuti della visita che Fini ha voluto portare all'alto magistrato, al quale ha manifestato il suo «apprezzamento per l'azione quotidiana che forze dell'ordine e magistratura reggina svolgono per affrontare la criminalità organizzata».