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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2011 alle ore 08:14.
NEW YORK. Dal nostro corrispondente
La pace tra Barack Obama e il mondo degli affari è stata ratificata formalmente ieri con la nomina di Jeffrey Immelt, l'amministratore delegato della General Electric alla guida del nuovo Consiglio presidenziale sul lavoro e sulla concorrenza. Il consiglio sostituisce l'Economic Recovery Advisory Board guidato da Paul Volcker, che aveva come missione quella di aiutare la navigazione del paese nelle acque oscure della più grave recessione in sessant'anni. Volcker aveva già annunciato le dimissioni un mese fa e ha smesso formalmente di svolgere il suo ruolo appena un paio di giorni fa.
Il cambiamento di ieri non segnala soltanto il passaggio da una fase economica all'altra, con l'abolizione di un gruppo di lavoro e la formazione di un altro. Ma è forse l'indicatore più importante del cambiamento di filosofia della Casa Bianca di Barack Obama. Intanto per il profilo dei due personaggi. Paul Volcker, 83 anni, è un vecchio civil servant, ex governatore della Federal Reserve, aspramente critico del modus operandi delle banche negli ultimi 15 anni, ispirato da valori più tradizionalmente espressione della sinistra liberal del partito democratico, nei quali Barack Obama si identificava naturalmente. Immelt, quasi 55 anni, è un uomo nel pieno del suo vigore, il capo azienda di uno dei colossi corporate mondiali, un uomo votato al business per definizione che non lascerà il suo incarico alla Ge e dedicherà una parte del suo tempo. Come ha detto, «al servizio del paese».
Fino all'estate scorsa, in piena campagna elettorale, una decisione di questo genere poteva sembrare impossibile. Obama attaccava il mondo degli affari senza esclusione di colpi. L'atmosfera del resto aveva cominciato a guastarsi l'inverno scorso, quando Obama accusava le lobby bancarie di interferire con il volere del popolo americano «facendo avanzare schiere di lobbisti in Parlamento». La freddezza si trasformava in aperta ostilità. Obama offendeva prima uno dei più importanti gruppi di imprenditori americani guidato da Jamie Dimon, l'amministratore delegato di J.P. Morgan Chase, poi il capo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein. Restò leggendaria una chiamata irritata di Dimon all'allora capo di gabinetto della Casa Bianca Rahm Emanuel per lamentarsi del comportamento del presidente. Come restò leggendaria la risposta durissima che Emanuel diede a Dimon. Fu in quel contesto che la primavera scorsa, in una conversazione che doveva restare off the record ma che fu ripresa dai giornali, Immelt disse pubblicamente che il presidente era "antibusiness".