House Ad
House Ad
 

Notizie Europa

Verso Davos, dove governi e imprese provano a guarire dalla «sindrome da affaticamento globale»

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2011 alle ore 18:45.

Il mondo non ha ancora «metabolizzato» la crisi economica e una «sindrome da affaticamento globale» minaccia i governi e le imprese: così il presidente del World Economic Forum (Wef) Klaus Schwab ha anticipato qualche giorno fa alla stampa la chiave di lettura del 41° summit di Davos, sulle Alpi svizzere, in programma da mercoledì 26 gennaio a domenica 30 nel nuovo centro congressi capace di 5mila posti. «Dobbiamo stare attenti che la crisi, da economica e finanziaria, non diventi anche sociale, come è già successo in diversi paesi», ha aggiunto Schwab, sottolineando come le istituzioni finanziarie e politiche siano «esauste» della situazione attuale. Da queste parole deriva anche il tema prescelto quest'anno: "Shared Norms for the New Reality" ("Regole condivise per la nuova realtà").

Ospite d'onore del Forum sarà il presidente russo Dmitri Medvedev, che terrà il discorso inaugurale. Tra i leader di maggior spicco sono previsti il presidente francese Nicolas Sarkozy, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier inglese David Cameron. Hanno annunciato la loro presenza anche il segretario americano al Tesoro Timothy Geithner, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Sul fronte elvetico, padroni di casa, ci sarà la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey insieme con tre consiglieri federali (che in Svizzera sono i ministri). Complessivamente a Davos per discutere delle grandi questioni globali, oltre ai politici di rango (sono già confermati ben 35 capi di Stato o di governo), sono attesi circa 2.500 presidenti o Ceo delle maggiori imprese mondiali, capi delle organizzazioni internazionali, docenti universitari, personalità della cultura e giornalisti. Ovviamente ci saranno anche gli italiani, ma finora nell’elenco diffuso dagli organizzatori non c’è nessun ministro del governo Berlusconi, né tanto meno il nome del presidente del Consiglio.

Sulla vetrina di Davos punta molto la Russia, che spera di entrare entro la fine di quest’anno nella Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. Lo ha detto il principale consigliere economico del Cremlino Arkady Dvorkovich (intervistato dal “Sole 24 Ore.com” al suo esordio per il workshop Ambrosetti di Cernobbio nel settembre 2008, pochi mesi dopo l’insediamento di Medvedev alla presidenza russa). Mostrandosi ottimista, Dvorkovich ha affermato che «l'annuncio dell'ingresso russo nella Wto potrebbe arrivare proprio durante il meeting sulle Alpi grigionesi». Mosca organizzerà a Davos una propria manifestazione in cui sottolineare «l'apertura al capitale internazionale e agli investimenti stranieri», sola strada che può «semplificare il processo di modernizzazione in atto nella Federazione russa». Oltre al capo dello Stato, la delegazione sarà composta dal vice primo ministro Igor Shuvalov, dalla responsabile per lo Sviluppo economico Elena Nabiullina, dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov e dal sindaco di Mosca Sergij Sobjanin.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Alpi | Angela Merkel | Cina | Clash | Consiglio Europeo | Cremlino | David Cameron | Dmitri Medvedev | Doha | Garzanti | Herman Van Rompuy | Igor Shuvalov | Onu | Organizzazione Mondiale per il Commercio | Russia | Sanità | Senegal | Sergej Lavrov | Stati Uniti d'America | Svizzera | Timothy Geithner | World Economic Forum

 

Anche per l’Unione europea il Wef può essere l’occasione propizia per fare uscire dall'impasse i negoziati sul nuovo ciclo commerciale di Doha: il commissario Ue al Commercio estero Karel De Gucht ha infatti invitato i colleghi di Australia, Brasile, Cina, India, Giappone e Usa a un incontro informale in margine al Forum, venerdì 28 gennaio, al fine di discutere passi ulteriori. «Mentre il 2011 rappresenta una reale opportunità per concludere i negoziati, questo meeting è un primo passo per esplorare come procedere, senza precludere nessun formato per futuri incontri - ha spiegato il portavoce del Commissario, John Clancy - La Ue spera che questa riunione possa dare nei prossimi mesi un nuovo impeto al Doha Round, per arrivare a un risultato importante per tutte le parti».

Non sono una novità anche le critiche al Wef e alla “cultura elitaria di Davos”: ne scrisse quindici anni fa anche Samuel P. Huntington nel suo fortunato libro sullo “scontro delle civiltà”, edito in italiano da Garzanti (“The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order”). Da una decina d’anni è infatti nato, come antidoto a Davos, il World Social Forum, che nel 2011 si tiene in febbraio nella capitale del Senegal, Dakar, ed è organizzato da vari movimenti politici e della società civile tendenzialmente orientati a sinistra. Ma è stato lo stesso Klaus Schwab, in un ampio articolo uscito sull’ultimo numero della rivista “Foreign Policy”  e scritto insieme con il managing director del Wef Richard Samans e con l’ex vice segretario generale dell’Onu Mark Mallow Brown, a mettere in evidenza le “promesse mancate” da parte dei maggiori leader mondiali.

Per un breve spazio di tempo, dopo la crisi finanziaria del 2008 - spiegano i tre autori nel saggio che reca il titolo “Running the World, After The Crash” – sembrava maturata un’intesa fra governi e mondo del business per riformare in profondità l’attuale sistema di relazioni internazionali. Il club esclusivo del G-8 è stato allargato a un più democratico G-20 per “mettere le basi di una più giusta e più sostenibile economia mondiale”. Passata l’emergenza, però, è diminuito anche lo slancio per le riforme di struttura. Nel 2011, che vede il presidente francese Nicolas Sarkozy alla guida sia del G-8 che del G-20 (seppure all’ombra di nascente G-2 fra Stati Uniti e Cina, come ha dimostrato l’ultimo vertice Hu Jintao-Obama a Washington), sono sul tavolo i temi della governance globale, la riforma del sistema monetario internazionale e un’equa distribuzione delle risorse naturali. Da parte loro, i capi delle grandi imprese dovranno dimostrare di essere seriamente impegnati a creare nuovi posti di lavoro di fronte alla persistente disoccupazione e a ridurre il gap dei redditi.

Per tornare al meeting di Davos, l'edizione 2011 dovrebbe essere un po’ più rosa del solito: i promotori hanno infatti chiesto ai loro «strategic partners», tra i quali ci sono i big come Alcoa, Goldman Sachs e Deutsche Bank, di includere almeno una donna nella delegazione di cinque persone di massimo livello - direttori e alti dirigenti - autorizzata a partecipare all’evento. Lo ha spiegato Saadia Zahidi, responsabile al Wef delle questioni di genere e la parità dei sessi. Ma in realtà, per molti aspetti, Davos è uno specchio del mondo esterno, dove meno del tre per cento dei Ceo delle grandi compagnie e imprese sono donne.

Speciale Davos sul Sole 24 Ore di lunedì 24 gennaio

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da