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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2011 alle ore 13:30.
Stupore per le «straordinarie potenzialità» di internet e dei social network come Facebook, attenzione ai rischi di «cadere in una sorta di costruzione dell'immagine di sé, che può indulgere all'autocompiacimento», costruendo «artificialmente il proprio "profilo" pubblico». Si muove tra questi due poli il messaggio che Benedetto XVI ha dedicato alle nuove modalità di comunicazione online in occasione della 45/a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che verrà celebrata il prossimo 5 giugno, dal titolo "Verità, annuncio e autenticità di vita nell'era digitale".
«Le nuove tecnologie - osserva papa Ratzinger - non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa, per cui si può affermare che si é di fronte ad una vasta trasformazione culturale. Con tale modo di diffondere informazione e conoscenze, sta nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare,con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione». La Chiesa, scrive il papa, non guarda con sospetto a questi cambiamenti: «Come ogni altro frutto dell'ingegno umano, le nuove tecnologie della comunicazione chiedono di essere poste al servizio del bene integrale della persona e dell'umanità intera. Se usate saggiamente, esse possono contribuire a soddisfare il desiderio di senso, di verità e di unità che rimane l'aspirazione più profonda dell'essere umano».
Per papa Ratzinger «la presenza in questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca autentica di incontro personale con l'altro se si fa attenzione ad evitarne i pericoli, quali il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo, o l'eccessiva esposizione al mondo virtuale». Non vanno infatti nascosti i «limiti tipici» della comunicazione digitale, in particolare sui social network, riassumibili nella insincerità dell'immagine che si dà di se online: «La parzialità dell'interazione, la tendenza a comunicare solo alcune parti del proprio mondo interiore, il rischio di cadere in una sorta di costruzione dell'immagine di sé, che può indulgere all'autocompiacimento». «Nella ricerca di condivisione, di "amicizie" - conclude il papa - ci si trova di fronte alla sfida dell'essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere all'illusione di costruire artificialmente il proprio "profilo pubblico"». «Vorrei invitare, comunque, i cristiani - conclude quindi il papa - ad unirsi con fiducia e con consapevole e responsabile creatività nella rete di rapporti che l'era digitale ha reso possibile. Non semplicemente per soddisfare il desiderio di essere presenti, ma perché questa é parte integrante della vita umana. Il web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa».