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La cedolare diventa light: le aliquote scendono dal 23 al 21% e dal 20 al 19%

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2011 alle ore 07:47.

Altro giro altra corsa e la giostra del federalismo municipale produce una nuova «bozza». La terza da quando il consiglio dei ministri, all'inizio di agosto, ha approvato in prima lettura il decreto attuativo sull'autonomia fiscale dei comuni. Né il governo né il relatore di maggioranza, Enrico La Loggia (Pdl) vogliono sentire parlare di nuovo testo ma le novità depositate ieri in bicamerale sono così tante e rilevanti per definirle «innesti» o «modifiche»: dalla riduzione della cedolare secca al 21% sui canoni liberi e al 19% sui prezzi concordati alla soppressione dei 400 milioni da destinare agli inquilini con figli a carico; dall'imposta di scopo sulle opere pubbliche alla tassa di soggiorno con un tetto 5 euro e in percentuale sul prezzo della stanza. Fino allo sblocco delle addizionali Irpef nei limiti dello 0,4%, addirittura con effetto retroattivo sul 2010. Tutti temi su cui la commissione comincerà a discutere martedì 1 febbraio per arrivare al voto finale due giorni dopo.

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Gran parte dei cambiamenti sono stati ispirati dalla necessità di andare incontro alle richieste dei sindaci. I quali, al di là delle dichiarazioni di rito, hanno ottenuto quasi interamente ciò che speravano di incassare. E anche di più se si considera che la possibilità di scongelare l'addizionale Irpef (su cui si veda l'articolo nella pagina accanto) con effetti sin dal 2010 non era stata invocata dall'Anci. «Evidentemente – hanno sottolineato dall'associazione dei sindaci – servirà a qualche comune che non è riuscito a chiudere il consuntivo 2010». In ogni caso, sul 2011, lo sblocco potrà avvenire in automatico se il decreto del presidente del consiglio (dpcm) che formalmente lo autorizzerà non arriverà entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto attuativo.
Lo stesso automatismo varrà per un'altra new entry cara ai primi cittadini: il contributo di soggiorno fino a 5 euro che le unioni di comuni, i centri turistici e le città d'arte potranno chiedere ai visitatori per ogni notte trascorsa in albergo. Già da quest'anno. Il governo avrà infatti due mesi per emanare il regolamento con la «disciplina generale di attuazione»; se non lo farà i municipi potranno lo stesso introdurre la tassa per sovvenzionare «interventi in materia di turismo, di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali». Scadrà invece il 31 ottobre il termine per emanare il dpcm che riformerà la sin qui poco utilizzata imposta di scopo, ampliando sia le opere pubbliche finanziabili sia l'arco temporale di efficacia (dieci anni al posto dei cinque attuali).

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Tags Correlati: Carlo Sangalli | Comitato Esecutivo | Consiglio dei Ministri | Economia | Enrico La Loggia | Irpef | Istat | Onlus | PDL | Pier Luigi Bersani | Udc

 

Sempre per andare incontro ai suggerimenti dell'Anci l'esecutivo ha esteso al 2012 la clausola di invarianza del gettito dei tributi immobiliari prevista inizialmente per il solo 2011. In pratica, per i primi due anni, i municipi non potranno incamerare meno dei trasferimenti statali soppressi. Inoltre viene individuato già nel decreto attuativo – e quindi senza senza demandare a provvedimenti successivi– tanto l'aliquota della futura imposta municipale (Imu) sul possesso (7,6 per mille) quanto la quota di compartecipazione al gettito della cedolare secca (21,7% nel 2011 e 21,6% nel 2012). Ma entrambi i punti meritano un approfondimento.
L'asticella dell'Imu – che dal 2014 assorbirà Ici e Irpef sui redditi fondiari prodotti da immobili non locati – potrà essere abbassata o alzata con un dpcm emanato sulla base dei conteggi effettuati dalla commissione tecnica paritetica (Copaff) guidata da Luca Antonini. Una precisazione resa obbligatoria dalla divergenza di stime tra Economia e Anci a proposito dell'impatto sulla base imponibile della conferma a onlus ed enti di culto del regime di esenzione dall'Ici. Contemporaneamente andrà verificato l'effetto della trasformazione da obbligatoria in facoltativa del dimezzamento dell'aliquota Imu per le imprese: una misura fortemente contestata ieri dal presidente di Reti Imprese Italia, Carlo Sangalli.

Altrettanto importanti le innovazioni che hanno investito nelle ultime 24 ore l'imposta sostitutiva sulle locazioni. Che scenderà dal 23 al 21% per i contratti a prezzi di mercato e dal 20 al 19% in caso di canoni concordati. Al tempo stesso viene cancellato il mini-quoziente caro all'Udc. E chissà che nella scelta di abolire la norma che destinava 400 milioni di gettito della cedolare secca a un fondo con cui finanziare gli sgravi fiscali per le famiglie con figli non abbia avuto un ruolo di primo piano il «no» convinto sul decreto giunto in questi giorni dal terzo polo. Al suo posto, per agevolare gli inquilini, l'esecutivo ha introdotto il blocco dell'aggiornamento automatico del canone che scatterebbe con l'aggiornamento dei dati Istat sull'inflazione.
Decisamente poche e di impatto minore le concessioni fatte fin qui all'opposizione. Per andare incontro al finiano Mario Baldassarri, il tetto alla pressione fiscale complessiva – a cui dovrà sovrintendere la conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica che – andrà rispettato anche «con riferimento alle tariffe». Laddove sembra strizzare l'occhio ai democratici la precisazione che un futuro decreto metterà mano alla diatriba Tarsu/Tia. Introducendo un prelievo sui «servizi comunali incluso quello avente ad oggetto la gestione dei rifiuti solidi urbani» che, nel nome, ricorda l'«imposta comunale sui servizi» proposta dal Pd e, nei fatti, dovrà tenere conto di quattro fattori: superficie, rendita catastale degli immobili, composizione del nucleo familiare abitativo e indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Senza tuttavia abolire l'addizionale Irpef come chiesto dal partito guidato da Pier Luigi Bersani.

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