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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 11:44.

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Frattini: documenti su casa di Montecarlo sono autentici per le autorità di Saint Lucia (Ansa)Frattini: documenti su casa di Montecarlo sono autentici per le autorità di Saint Lucia (Ansa)

«Alcune settimane fa ho ricevuto una risposta dal primo ministro di Saint Lucia il quale allegando il documento a suo tempo prodotto a lui stesso dal ministro della giustizia, mi ha certificato l'autenticità e la veridicità dei dati contenuti». Dati che attestavano la titolarità di Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, delle due società off-shore (Printemps e Timara) intestatarie dell'immobile monegasco. È questo il cuore della risposta fornita dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, all'interrogazione urgente presentata al Senato sulla proprietà dell'ex casa di An a Montecarlo. ll ministro non aggiunge altri dettagli sul «puro chiarimento» fornito dal governo di Saint Lucia e che egli stesso dice di aver chiesto dopo che alcuni organi di stampa avevano pubblicato la comunicazione del primo ministro. «Lascio la valutazione di competenza - aggiunge Frattini - alla procura di Roma, a cui ho trasmesso sia la lettera che il documento allegato, perché mi risulta che ci sia ancora aperto un fascicolo sulla vicenda. Sarà la procura della Repubblica, se lo riterrà opportuno, a farne uso».

Fini e la casa di Montecarlo: dalla campagna del Giornale a Frattini. Ecco le tappe della vicenda (di Celestina Dominelli)

Rutelli e Pd abbandonano l'aula prima dell'intervento del ministro
La seduta si era aperta con l'accorato intervento del leader dell'Api, Francesco Rutelli, che esordisce attaccando la maggioranza. «Mai è stato consentito a un ramo del parlamento di intervenire, sia pure obliquamente, sulle prerogative del presidente di un altro ramo del parlamento». Poi l'ex sindaco di Roma annuncia che abbandonerà l'aula prima dell'intervento di Frattini. «Per non prestarmi a quanto sta accadendo - dice rivolgendosi al banco del governo dove siede il titolare degli Esteri - non l'ascolterò». Dopo di lui è Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a lanciare l'affondo. La senatrice, che lascia l'aula al pari di Rutelli insieme ai senatori di Udc e Idv (in aula rimarranno solo i finiani), contesta la rapida risposta all'interrogazione del Pdl e snocciola i suoi numeri. «Secondo una nostra stima - avverte l'esponente dei Democrats - sono 1800 le interrogazioni giacenti al Senato e senza risposta, mentre la richiesta di Compagna è stata celermente valutata».

I finiani attaccano ancora Schifani
Insomma, l'opposizione non ci sta. E lo si capisce anche quando prende la parola l'ex sottosegretario al Welfare, il finiano Pasquale Viespoli, che accusa subito il governo. «Il tasso di risposta dell'esecutivo sul monte interrogazioni e interpellanze è del 29% - spiega - quello del ministero degli Esteri è del 44%, ma l'ultima volta che l'abbiamo vista in aula - aggiunge guardando dritto verso Frattini - è stato il 2 ottobre 2008 in una discussione sul trattato Italia-Libia». Viespoli si accalora, muove le braccia e torna a contestare la mancata terzietà di Schifani. Ha in mano il regolamento del Senato e legge l'articolo 151 dove si ricorda che spetta proprio al presidente del Senato valutare il carattere d'urgenza delle interrogazioni. Poi ricorda il Giorno della memoria e chiude con un'annotazione amara. «Dalla colonna sonora della Vita è bella, che oggi sentiamo suonare dentro di noi, siamo passati a quella di "Lavitola è bella», alludendo al direttore dell'Avanti, Valter Lavitola, che ha avuto un ruolo di primo piano nella vicenda. Anche l'Udc e l'Idv si muovono sullo stesso refrain definendo «vergognosa» e «indecente» la scelta del Senato di accogliere il dibattito sulla casa aennina di Montecarlo. Durissimo il senatore centrista, Giampiero D'Alia. «Siamo davanti ad una vicenda indecente - spiega - che non fa onore al nostro paese, alla politica e alle istituzioni italiane che ormai sono alla canna del gas».

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