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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2011 alle ore 09:16.
Le auto ancora una volta nel mirino degli amministratori quando si tratta di escogiatare misure per abbattere gli inquinanti urbani e le polveri sottili. Ma sono davvero le principali responsabili dell'inquinamento cittadino, nonostante l'enorme evoluzione tecnica che le ha trasformate in veri veicoli a emissiioni ultrabasse?
L'automobile e Mercedes festeggiano i primi 125 anni di storia (di Marcello Lo Vetere)
Ecco un po' di dati. Le emissioni inquinanti sono state ridotte negli ultimi 20 anni del 95% in virtù di modifiche radicali alle tecnologie motoristiche. L'introduzione dei sistemi catalizzati nel 1991, e delle benzine senza piombo ha creato un punto di non ritorno nell'industria. E le normative con limiti sempre più stretti hanno permesso di abbattere quasi a zero le emissioni di inquinanti come gli idrocarburi incombusti e gli ossidi di azoto. Basti pensare che in base allo standard Euro 1 i veicoli a benzina potevano emettere 0,97 grammi di Hc per chilometro, con le norme Euro 2 il limite scese a 0,50 (0,70 nei diesel) per arrivare a zero per i ciclo otto e 0,17 nei diesel a partire dalle regole contenute nella direttiva successiva.
E per quanto riguarda il particolato nei motori diesel da 0.140 g/km si è passati agli attuali 0,005 grammi previsti dalle normativa Euro 5 e 6. Insomma le trappole contro le polveri sottili funzionano così come i sistemi di catalizzazione selettiva a base di urea. A proposito di polveri sottili Pm10 gli scarichi delle autovetture pesano, in Italia, per l'8% mentre le gomme e i freni per il 4 per cento. In totale le auto producono il 12% di Pm10 il resto è generato da fabbriche, riscaldamenti residenziali, combustione naturale, motocicli e ciclomotori (3%) e veicoli pesanti (9%)
Per quanto riguarda le emissioni di C02 (che non è un inquinante) la direttiva 91/441,-93/95, alias Euro 1, prevedeva per i propulsori ciclo otto e quelli diesel 2,72 grammi per chilometri, il limite scese a 2,20 e 1,00 e con Euro 3 si passò a 2, 30 e 0,64. Con Euro 4 i limiti divennero 1,00 e 0,50. Valori immutati per le due direttive successive. Un segno tangibile che iniezione a controllo digitale e sistemi di catalizzazione hanno reso possibile in due decadi un sostanziale abbattimento delle emissioni allo scarico.