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Tunisia, Ghannouchi pronto ad incontrare i manifestanti per discutere le loro richieste

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2011 alle ore 15:20.

Il premier tunisino, Mohammed Ghannouchi, è pronto ad incontrare i manifestanti, che da giorni circondano la sede del governo, per discutere le loro richieste. Lo ha detto alla France Presse il leader del sindacato UGTT, Abdessalam Jrad. Il sindacato sta cercando di convincere i manifestanti, provenienti dalla province rurali e accampati da domenica scorsa nella spianata della Kasbah, a rientrare nelle loro case, dopo la formazione di un governo di transizione epurati dagli esponenti più legati all'ex regime di Ben Ali. Il sindacato ha proposto ai manifestanti di nominare una delegazione di reappresentanti che potrebbe incontrare nei prossimi giorni il primo ministro per sottoporgli alcune rivendicazioni.

Nel nuovo governo assente la maggior parte dei ministri di Ben Ali
Le pressioni della piazza sembrano intanto aver sortito il loro effetto: il nuovo governo di unità tunisino vede sparire dalla sua compagine la maggior parte dei Ministri già in carica sotto il deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali, ad eccezione di due tecnici e del Primo ministro, Mohammed Ghannouchi. Occorrerà ora vedere se il rimpasto soddisferà l'opinione pubblica e le opposizioni, specie per quel che riguarda la continuità di Ghannouchi e l'assenza di rappresentanti dei partiti di opposizione dichiarati illegali sotto il passato regime.

A dare il via libera a Ghannouchi era stata ieri l'Uggt, la principale organizzazione sindacale del Paese che si era rifiutata di riconoscere il primo governo di unità facendo ritirare i suoi tre Ministri presenti: il sindacato aveva tuttavia confermato di non voler partecipare direttamente all'esecutivo, pur lasciando libertà individuale di scelta ad eventuali membri che fossero stati scelti per le loro competenze professionali.

Rimangono anche due dei tre leader dei partiti di opposizione legale: Ahmed Chebbi (Partito Democratico progressista) e Ahmed Brahim (Ettajdid), mentre il Forum Democratico del Lavoro e delle Libertà, che aveva ritirato il suo rappresentante Mustapha ben Jafaar dal primo esecutivo, rimane assente. Confermato anche il Ministro-blogger, Mohamed Aolou, al dicastero per la Gioventù e lo Sport. Per quel che riguarda i dicasteri chiave, sono stati affidati a dei tecnici e a delle personalità indipendenti: agli Interni è stato chiamato l'ex procuratore Farhat Rajhi, alla Difesa Abdelkarim Zebidi (ex titolare della Sanità) e agli Esteri Ahmed Ounais, diplomatico di carriera che aveva servito sotto i governi di Bougiba e Ben Ali.

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Ghannouchi ha sottolineato come si tratti di "un governo provvisorio con una missione ben definita, permettere al Paese di passare alla democrazia e organizzare le elezioni per permettere una scelta libera": a tale proposito il premier ha precisato che lo scrutinio - entro i prossimi sei mesi - avverrà sotto il controllo di una Commissione indipendente e in presenza di osservatori internazionali. Rimane da risolvere il nodo delle opposizioni illegali: rimangono assenti dall'esecutivo e fino all'applicazione della legge di amnistia non potranno organizzare alcuna campagna elettorale: di fatto, appaiono al momento escluse dalla gestione della transizione, altro aspetto che potrebbe minare la credibilità del nuovo esecutivo.

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