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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2011 alle ore 09:19.
L'ultima modifica è del 30 gennaio 2011 alle ore 08:10.
Ogni anno, a fine gennaio, circa 2.500 persone raggiungono Davos, in Svizzera, per il Forum economico mondiale, un'organizzazione senza fini di lucro fondata nel 1971 dal professore tedesco Klaus Schwab. Per cinque giorni i partecipanti assistono a seminari e riunioni sui temi più disparati. Per i critici, Davos rappresenta uno dei tanti strumenti in mano ai ricchi e ai potenti per difendere i propri privilegi. Per i suoi sostenitori, il Forum mira invece a promuovere la propria missione, quella di «migliorare la situazione del mondo». Qual è la realtà? Da vent'anni partecipo a queste riunioni e le seguenti sono le mie percezioni sui miti e le realtà di Davos.
1 Davos è un raduno di plutocrati. Falso.
Nonostante quasi la metà dei partecipanti siano dirigenti delle maggiori aziende al mondo, l'altra metà è formata da un gruppo molto vario e in costante crescita, composto da intellettuali, attivisti sociali, leader religiosi, sindacalisti, artisti, scienziati, dirigenti di organizzazioni non governative o enti internazionali.
È normale incrociare nei corridoi Umberto Eco, Nadine Gordimer o Bono, al pari di personaggi come Bill Gates, George Soros o Indra Nooyi, la presidentessa di PepsiCo. Tale diversità è evidente anche nei dibattiti. Le riunioni su povertà, ambiente o conflitti militari sono tanto frequenti quanto le discussioni su argomenti legati ad aziende e affari.
Tuttavia, la verità è che la ragione principale per cui professionisti tanto indaffarati si recano in un posto così lontano e scomodo come Davos non sono le tavole rotonde, quanto la possibilità di sviluppare una rete di contatti e rapporti con gli altri partecipanti.
2 A Davos vengono prese decisioni importanti. Falso.
L'immagine di plurimiliardari e politici concentrati in un paesino delle Alpi svizzere inevitabilmente alimenta le teorie cospirative di chi è convinto che il mondo sia guidato da una piccola élite. S'ipotizza quindi che a Davos vengano prese in segreto decisioni che interessano l'intero pianeta. Ed è lo stesso Forum economico mondiale a tentare di far apparire le proprie riunioni come fautrici d'importanti conseguenze. La mia impressione è che le decine di capi di stato e ministri che intervengono a Davos lo facciano per migliorare il proprio profilo internazionale, o quello del loro paese, e per creare contatti con gli altri partecipanti. Dubito che a Davos vengano prese decisioni importanti, o che comunque non siano già state prese in altri sedi.