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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 11:18.
Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, «quella del presidente del consiglio é pura propaganda e anche di pessima qualità», perché ormai il personaggio ha perso ogni credibilità. Per Francesco Rutelli (Api) la proposta del premier di lavoro comune al segretario Pd Bersani «è un inganno». Così Stefano Fassina e Francesco Rutelli commentano la proposta di Silvio Berlusconi di un accordo bipartisan per rilanciare l'economia. Una proposta inviata al Corriere della Sera dal premier con una lettera.
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Fassina: fuori tempo massimo
«É una proposta che il Pd ha avanzato all'inizio della legislatura e Berlusconi e il suo governo si sono guardati bene da corrispondervi. Adesso mi sembra assolutamente strumentale parlare d'altro rispetto alla situazione sempre più insostenibile che lo caratterizza. Temo che il premier sia fuori tempo massimo».
Rutelli: la proposta di Berlusconi è un inganno
Per il leader dell'Api Francesco Rutelli un «presidente del Consiglio, se è in carica, presenta delle proposte di legge per la crescita e le liberalizzazioni, non scrive articoli». Rutelli bolla l'iniziativa come «un inganno, Berlusconi è al potere da otto degli ultimi dieci anni, perchè non ha fatto le riforme?».
Idv: proposta irricevibile
«La proposta di Berlusconi é irricevibile», per il portavoce dell'italia dei valori, Leoluca
Orlando, «sia in termini di merito che di metodo perché, in 10 anni di governo, il presidente del Consiglio ha massacrato il principio di liberalizzazione, non curandosi degli effetti sociali e costruendo mostruosi monopoli che sono l'esatto opposto della liberalizzazione».
Berlusconi serve un piano bipartisan per la crescita
Berlusconi inviando una lettera a Bersani tramite le pagine del Corriere della Sera aveva proposto al leader del Pd «di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell'economia italiana». Aveva parlato di «una frustata al cavallo di un'economia finalmente libera». Sul piano fiscale il premier aveva bocciato le due proposte di imposta patrimoniale di Giuliano Amato e Pellegrino Capaldo.