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Il segreto di Marchionne nel salvataggio di Chrysler è l'attenzione ai dettagli (WSJ)

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 19:08.

E' l'attenzione ai dettagli che ha aiutato Sergio Marchionne a salvare la Fiat. Con lo stesso approccio il manager lavora al rilancio di Chrysler. Il Wall Street Journal nota però che Chrysler non ha ancora svoltato. Quella che un tempo era la terza casa automobilistica mondiale – una delle Big Three – oggi è la numero 6 sul mercato Usa, dietro non solo General Motors, Ford e Toyota ma anche Honda e Nissan.

Chrysler batte gli obiettivi nel 2010. Marchionne: promesse mantenute, ma ancora molto da fare (di Andrea Malan)

Tra l'ammirato e il dubbioso, il Wsj punta i riflettori sugli sforzi di revival di Chrysler e sullo stile di management con cui Marchionne conta di trasformare l'alleanza Chrysler-Fiat in un produttore automobilistico globale da sei milioni di veicoli entro il 2014.

C'è un detto negli Stati Uniti, "Don't sweat the details" (letteralmente, "non sudare per i dettagli") che consiglierebbe di concentrarsi sui problemi principali e non stressarsi per quelli più piccoli. Non la pensa così l'ad di Fiat e Chrysler. Anche se non gli mancano i grandi problemi da affrontare, dalla difficile gestione delle relazioni industriali alla necessità di ridare lustro alla reputazione di Chrysler, Marchionne presta eccome attenzione ai dettagli.
Il mese scorso, racconta il Wsj, il manager italo-canadese era preoccupato per la maniglia della Dodge Charger e solo quando il problema è stato risolto la nuova auto ha auto il via libera. "Se davvero vuoi gestire un business, devi essere coinvolto a questo livello", sostiene Marchionne.

Il destino di Chrysler è così affidato a Marchionne e "alla sua attenzione per i dettagli". E' vero che questo approccio gli ha permesso di salvare la Fiat, ma – osserva il Wsj – "di tanto in tanto" può anche ritardare le decisioni, visto che Marchionne ha il doppio ruolo di ad Fiat e Chrysler e divide il suo tempo tra il Michigan e l'Italia.

Il suo concentrarsi sui dettagli alla Chrysler, fa notare il Wsj, "contrasta con quella dell'altro nuovo capo a Detroit, Daniel Akerson di Gm", che riconosce di non essere un grande esperto di automobili. Marchionne solleva qualche perplessità anche per l'alto numero di dirigenti che riferiscono direttamente a lui, 23 alla Chrysler e altri 25 a Torino.

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Tags Correlati: Chrysler | Daniel Akerson | Don't sweat the details | Fiat | Ford | General Motors | Honda | Italia | Michigan | Nissan.Chrysler | Prezzi e tariffe | Sergio Marchionne | Stati Uniti d'America | Toyota | Wall Street

 

Guardando ai risultati, il Wall Street Journal osserva che i rivali Gm e Ford sono usciti dalla recessione del'industria dell'auto, mentre Chrysler non ancora. Anche se nel 2010 le vendite di veicoli sono salite del 16,5%, molte riguardavano ditte di autonoleggio. "Le vendite ai privati, un test migliore, mostrano che l'azienda è ancora in difficoltà". Secondo statistiche dei produttori automobilistici, verificate dal Wsj, la fetta del mercato Usa retail di Chrysler è attualmente del 7,3% e l'azienda si colloca così al sesto posto negli Stati Uniti.
Ma Marchionne conosce le automobili di Chrysler e questo è un punto a suo favore. Per rilanciare l'azienda, ha voluto essere coinvolto a ogni livello, "dallo stile dei fari ai piani di rimborso del debito". In vacanza, ha guidato per 3.500 miglia una Grand Jeep Cherokee 2001, prendendo appunti su quello che si poteva migliorare.

Per quest'anno Chrysler – prosegue il Wsj - prevede un utile operativo tra 1,6 a 2,4 miliardi di dollari, "ma ci sono ostacoli all'orizzonte". I prezzi della benzina potrebbero penalizzare le vendite di camion e auto di grande cilindrata. E c'è in ballo anche la rinegoziazione di un contratto con il sindacato la United Auto Workers.

Marchionne comunque va avanti: sta discutendo con le banche per il finanziamento – forse con l'aiuto di Fiat - del rimborso al governo Usa dei 5,6 miliardi di dollari ottenuti in prestito per il salvataggio. L'obiettivo è il rimborso completo entro il 2014. Eliminando gli interrogativi di Wall Street sulla capacità di Chrysler di rimborsare i prestiti, nota il Wsj, sarà più agevole lanciare l'Ipo prevista per quest'anno.

Sergio Marchionne sul Sole 24 Ore.com

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