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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 18:50.
PARIGI – Vi ricordate Michèle Alliot-Marie, ministro degli Esteri francese, e le sue dichiarazioni a dir poco imbarazzanti negli ultimi giorni del regime di Ben Ali? Aveva proposto alle autorità tunisine il «know-how» della polizia francese per gestire le manifestazioni di piazza. Insomma, per reprimere la rivolta. Ebbene, per la signora, personalità di spicco dell'Ump, il partito di Nicolas Sarkozy, depositaria più di tutti della tradizione gollista pura e dura, la situazione diventa sempre più compromettente.
Fra Natale e Capodanno è andata in vacanza in Tunisia, con alcuni familiari e il compagno Patrick Ollier, ministro pure lui, dei rapporti con il Parlamento. Per spostarsi da Tunisi a Tabarka hanno preso un jet messo a disposizione da Aziz Miled, uno degli imprenditori più ricchi del Paese, e da Belhassen Trabelsi, l'odiato cognato dell'ex dittatore. Non solo: una volta a destinazione l'allegra brigata ha alloggiato in un albergo dello stesso Miled.
La notizia è venuta fuori oggi sul Canard enchainé, giornale satirico parigino, in genere ben informato. E Mam, come viene chiamata dai suoi connazionali, ha confermato sostanzialmente tutto. Ma dinanzi all'Assemblea nazionale ha dichiarato di «aver pagato tutto, viaggi e hotel». La situazione, pero', non è chiara. «Miled è un vecchio amico del padre di Michèle – ha ammesso a Le Monde Ollier -. Per questo ci ha proposto di prendere l'aereo per andare da Tunisi a Tabarka, invece dell'auto, come previsto». Sembra strano che abbiano pagato un biglietto. E le malelingue, ovviamente, avanzano forti dubbi pure sul fatto che la signora abbia titrato fuori il portafogli all'hotel. Lei a Le Monde ha ribattuto: «Quello che mi si rimprovera, alla fine, è di avere come amico qualcuno che è stato spogliato dei suoi beni da Ben Ali».
L'amico in questione, Aziz Melid, ha fatto fortuna con il turismo nel suo Paese, creando dalla fine degli anni Sessanta a oggi un vero impero, che spazia dalla compagnia aerea Nouvelair (la prima per i charter in Tunisia) fino a sei complessi alberghieri, compreso il Phenicia, ad Hamammet, dove Mam e la sua banda hanno alloggiato nell'estate 2010. Il tutto genera un fatturato annuo globale di circa 250 milioni di euro. E' vero che nel 2008, quando Belhassen Trabelsi ha chiesto di entrare nel capitale di Nouvelair, mediante la fusione con una compagnia di proprietà del genero di Ben Ali (la Khartago), Melid ha dovuto accettare. Anzi, subire. Di li' a dire che è stato una vittima del regime, pero', ci corre, eccome. Se è riuscito ad arricchirsi senza problemi, si è sottoposto a una serie di connivenze. E l'8 agosto 2010 ha partecipato all'«appello dei 65», che chiedevano al dittatore di ripresentarsi alle elezioni presidenziali previste nel 2014.