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La Catalogna costretta a tagliare 4 miliardi di spesa

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 06:38.

MADRID. Dal nostro corrispondente
Quando Artur Mas, presidente della Generalitat, lo scorso novembre ha vinto le elezioni regionali catalane, pare si sia messo le mani nei capelli scoprendo che il deficit della autonomia era pari al 3,6% del Pil e non già il 2,4% autorizzato dal governo centrale di Madrid, mentre il debito era schizzato a oltre 30,3 miliardi di euro, vale a dire circa un quarto della esposizione complessiva delle regioni spagnole, pari a 110 miliardi di euro a fine 2010 e con necessità di rifinanziamento nel 2011 pari a 25 miliardi di euro.
Tecnicamente la Catalogna è sull'orlo del fallimento: in cassa pare ci siano fondi per tirare avanti solo un paio di mesi, mentre la regione deve raccogliere quest'anno tra i 10 e gli 11 miliardi di euro per far fronte al disavanzo e ripagare i debiti e gli interessi. Oltre alla normale routine di impiegati e fornitori. È dunque in questa situazione di emergenza che Mas ha deciso nei giorni scorsi di varare un piano di austerity che prevede un taglio delle uscite del 10%, pari a 4 miliardi di euro, nel tentativo di ridurre nel 2011 il disavanzo al 3,1% e di contenere l'aumento del debito.
Una delle regioni più ricche della Spagna dovrà tirare la cinghia, per rimettere ordine nei suoi conti e poter così accedere al mercato dei capitali per ripagare il suo debito. Già nell'autunno dello scorso anno la Catalogna collocò "bonos patriocticos" per un totale di 3 miliardi di euro con un rendimento del 4,75% che andarono a ruba. Emissione che potrebbe ripetersi se la regione assicura al governo centrale di fare la sua parte nel miglioramento della situazione finanziaria. Tanto più che il premier José Luis Zapatero ha annunciato il "pugno duro" nei confronti di chi sgarra.
Il malessere nelle regioni spagnole, non è isolato alla sola Catalogna. Nei giorni scorsi in Murcia (oltre 3% di deficit) ci sono stati veri e propri sollevamenti di popolo, e un tentativo di aggressione nei confronti di un consigliere, a seguito della decisione del presidente di tagliare gli stipendi ai dipendenti pubblici e di rincarare i servizi, per trovare 300 milioni. E tagli sono previsti in Castilla La Mancha, un'altra delle autonomie meno virtuose.

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Tags Correlati: Artur Mas | Catalogna | Generalitat | Governo | José Luis Zapatero | José Maria Aznar | Spagna

 

Il dibattito è dunque aperto tra chi sostiene il modello regionale spagnolo e chi, come l'ex presidente del governo, José Maria Aznar, dice che va riformato perché la decentralizzazione si è spinta troppo in là, creando di fatto 17 mini-stati, con forti duplicazioni con il governo centrale sul sistema sanitario o scolastico. Insomma, gli sprechi sarebbero superiori ai benefici, così come non sarebbero sufficienti gli ammortizzatori introdotti per limitare le sperequazioni tra regioni ricche e regioni povere.
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