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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 11:24.

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Napolitano: non è mio compito interferire nella dialettica politicaNapolitano: non è mio compito interferire nella dialettica politica

«Non è mio compito interferire nella dialettica politica». Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, preferisce non intervenire sulla difficile congiuntura politica che sta attraversando il paese. Ma, alla vigilia del voto sul federalismo nella bicameralina (dove domani è atteso il passaggio del decreto sul fisco municipale) il presidente della Repubblica, invita le forze politiche a lasciarsi alle spalle «una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti e prove di forza» per portare avanti la riforma cara al Carroccio. Così, da Bergamo tutta vestita di tricolore per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia, il presidente della Repubblica non entra nello scontro in atto tra le istituzioni ma rivolge a tutte le forze in campo l'invito ad abbassare i toni. «Ho il dovere di rappresentare l'unità nazionale - spiega - che si esprime nel complesso delle istituzioni, poi c'è la dialettica delle forze politiche e sociali. Ma non è mio compito intervenire ed interferire su questo».

Berlusconi: condivido appello Napolitano
Un appello subito condiviso dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Il governo condivide pienamente l'appello del capo dello stato a interrompere "una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti, prove di forza da cui può soltanto uscire ostacolato ogni processo di riforma", con un riferimento esplicito al federalismo e al carattere "decisivo di un clima corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale". Insomma il premier prova a ridurre il conflitto in vista di un passaggio cruciale per il futuro dell'esecutivo: il voto domani in commissione bicamerale sul quarto decreto attuativo del federalismo. «La nostra condivisione non é di parte ed é esente da ogni strumentalismo. E pensiamo che debba essere quella di tutte le forze parlamentari e politiche responsabili. Questo non toglie nulla alla libertà e alla serietà del conflitto politico, ma restituisce al paese la capacità, offuscata da comportamenti extra o anti-istituzionali e da qualche errore di tutte le parti in causa, di tornare alla politica, tornare ai contenuti più impegnativi della politica, quelli che riguardano i cittadini e l'interessec generale. Faremo la nostra parte con proposte positive nel prossimo consiglio dei ministri»

L'appello ai giovani: contribuite a ricreare clima costituente
Intervenendo poi al teatro Donizzetti della città lombarda, il presidente della Repubblica è poi tornato sul federalismo sottolineando che le riforme per attuarlo sono «ormai giunte a buon punto». È stato decisivo, rimarca quindi con forza Napolitano, «e resta oggi decisivo un clima di corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale». Quindi il capo dello stato batte nuovamente sul tasto dei giovani, cui aveva dedicato il suo discorso di fine anno. A loro Napolitano rivolge un appello accorato. «Al di là di tutte le contrapposizioni politiche - sottolinea il presidente dopo aver ascoltato l'intervento di un rappresentante della Consulta studentesca, Nicolò Fabrizi - prevalse l'impegno di una forte volontà a costruire condizioni migliori per il nostro paese. Date voi il vostro contributo perché si ricrei questo clima nell'interesse delle giovani generazioni e dell'Italia, nel quadro dell'Europa, di cui siamo parte integrante, in modo da reggere le sfide in un mondo sempre più competitivo».

Confronto sereno negli enti locali più che a Roma
Parlando poco prima nell'aula consiliare di Palazzo Frizzoni, il capo dello stato aveva poi elogiato lo spirito unitario degli enti locali. «In queste istituzioni - ragiona Napolitano - abbiamo un confronto con le forze politiche sociali più sereno che a livello nazionale e questo, a mio avviso, è un bene».Ovunque per le vie della città ci sono manifesti di benvenuto, cui si aggiungono le locandine per il comitato per i 150 anni dell'unità d'Italia. Lungo il percorso presidenziale l'inbandieramento dei propilei e davanti il comune, così come davanti il teatro Donizzetti dove il presidente della Repubblica è giunto insieme alla moglie Clio per la celebrazione di "Bergamo città dei mille".

Le province sono entità reali
Prima di lasciare Palazzo Frizzoni, però, il presidente della Repubblica aveva sottolineato anche che le province rappresentano una «entità reale» soprattutto per gli abitanti di certe aree d'Italia. «In certe parti del paese - chiarisce Napolitano - le province sono entità reali perché raccolgono sentimenti dei cittadini che si riconoscono in un'entità più ampia rispetto a quella comunale». E anche se ciclicamente si parla dell'opportunità di abolire le province, «credo che per il momento - ha precisato Napolitano - non siano state avanzate ipotesi di riforma dell'architettura istituzionale di questo paese».

Vertice Berlusconi-Tremonti
Nel corso del pomeriggio da registrare anche un incontro a palazzo Grazioli tra il premier e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Il vertice è durato circa un'ora e si è discusso delle prossime misure economiche che dovrebbero essere varate dal prossimo consiglio dei ministri. I due leader non hanno comunque rilasciato dichiarazioni al termine del colloquio. Nei giorni scorsi si era parlato di un clima di tensione tra i due dopo l'annuncio del pacchetto di misure fatto dal premier nei giorni scorsi, ma non concordato con il ministro dell'Economia.

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