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Bocciatura Ue sui rifiuti a Napoli

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 09:09.

Tre notizie sui rifiuti di Napoli. Il parlamento europeo boccia l'emergenza della Campania. E chiede che vengano bloccati 145,5 milioni di fondi europei destinati all'ennesimo tentativo di risolvere la crisi.
La seconda notizia è che sta per cominciare una nuova (l'ennesima) fase rovente dell'emergenza: i rifiuti ricominciano ad accumularsi sui bordi delle strade e presto non si saprà dove metterli. Infine, i militari consegnano scatoloni di documentazione economica sulla gestione dell'emergenza (contratti, fatture, bandi e così via): avrebbero dovuto fare il lavoro di rendicontazione, ma è stato ordinato loro di rinunciare all'incarico.
Ieri il parlamento europeo in sessione plenaria riunita a Bruxelles, con 374 voti a favore, 208 contrari e 38 astenuti ha approvato un documento durissimo e ha respinto tutti i 17 emendamenti "mitigatori" presentati da 40 deputati del Ppe, tutti italiani.
Il documento (una "risoluzione") chiede il blocco di 145,5 milioni di euro in favore della Campania, fino a quando la commissione europea non avrà prove certe sull'esistenza di un piano rifiuti conforme alle norme.

Il parlamento ha chiesto alla commissione Ue di tenere un controllo stretto sulla situazione e ha appoggiato le proteste dei cittadini. Ma un passo caldissimo è là dove il parlamento europeo «ritiene che le misure straordinarie applicate per lunghi periodi dalle autorità italiane, tra cui la nomina di commissari speciali o la designazione dei siti dei rifiuti quali aree "di interesse strategico" sotto il controllo dell'esercito – dice il documento approvato – siano state controproducenti e teme che l'opacità instauratasi nella gestione dei rifiuti da parte delle autorità pubbliche abbia favorito una maggiore presenza di gruppi di criminalità organizzata, anziché ridurla, sia nella gestione ufficiale dei rifiuti a livello regionale che nello smaltimento illegale dei rifiuti industriali».
Qualche commento. «Una condanna preventiva. La risoluzione votata è solo un manifesto contro l'Italia. Anche in Europa si trasferisce il metodo giudiziario», sbotta l'europarlamentare Erminia Mazzoni del Pdl-Ppe. La risoluzione del parlamento «si limita a richiamare l'esigenza che le autorità competenti ai vari livelli provvedano ad adottare misure urgenti e invita la Commissione europea a monitorarne l'esecuzione», tranquillizza un altro pdl, Nicola Formichella. «Un altro colpo al tanto sbandierato miracolo di Berlusconi sui rifiuti in Campania», controbatte Stella Bianchi del Pd. Per Angelo Bonelli, presidente dei verdi, «il governo Berlusconi è incapace di affrontare una emergenza che, nel dicembre del 2009, aveva dichiarato conclusa: è il caso che l'Europa invii propri funzionari per gestire un'emergenza che rischia di essere eterna».

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Tags Correlati: Angelo Bonelli | Antonio Bassolino | Erminia Mazzoni | Italia | Nicola Formichella | Pd | PDL | Ppe | Rifiuti | Rosa Russo Iervolino | Stefano Caldoro | Stella Bianchi

 

Di certo una soluzione si troverà, ma non ora: «Non siamo ancora in emergenza, ma in difficoltà e sacchi e sacchetti cominciano ad aumentare di nuovo», dice Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli. E «nei prossimi giorni aumenteranno i rifiuti» dice Antonio Bassolino, già sindaco di Napoli e presidente della regione Campania. «È una situazione destinata a peggiorare sempre più. Non ci sono siti disponibili e quelli che abbiamo lavorano a rilento», osserva l'assessore all'Igiene urbana del comune di Napoli, Paolo Giacomelli. Intanto, «la prossima settimana saranno nominati i commissari per l'impiantistica, così come previsto dal decreto legge sui rifiuti approvato nei giorni scorsi», rassicura il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro.
Sul fronte della rendicontazione che era affidata all'unità stralcio dell'esercito, ai militari è stato ordinato di consegnare ai civili la documentazione. Gli scatoloni pieni di documenti vengono sigillati con la ceralacca e vengono ammassati in un ufficio del centro di Napoli, in via Medina, dove sono chiusi a produrre polvere altri quintali di documenti.

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