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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2011 alle ore 08:14.
Lo scontro politico deflagra dentro la Rai e diventa guerra tra giornalisti e tra le testate del servizio pubblico (ma può ancora chiamarsi così?). Il Tg1 di ieri, nell'edizione delle 13,30, nella "Rubrica sul mondo dell'informazione", ha mandato in onda, tra l'altro, un breve spezzone di un'intervista di Pierluigi Terzulli, vicedirettore del Tg3, all'allora presidente del Consiglio, Romano Prodi. L'obiettivo era quello di dimostrare che l'intervista di mercoledì sera di Michele Renzulli a Silvio Berlusconi sul Tg1 non è stata un'eccezione nel panorama giornalistico della Rai.
Il presidente della Rai, Paolo Garimberti prende posizione: «È inaccettabile il fuoco amico di una testata su un'altra. Da giornalista e presidente di un'azienda di servizio pubblico credo sia mio dovere richiamare tutti al rispetto della buona creanza. Sarebbe più opportuno pensare alla trave che è nel proprio occhio. Meglio occuparsi dei risultati che delle polemiche». Si schierano, su fronti opposti, consiglieri di amministrazione, direttori dei Tg, segreterie di redazione e comitati di redazione, anche se questi ultimi sono compatti nel dare la solidarietà a Terzulli. Per Antonio Verro, consigliere di area Pdl, «il servizio andato in onda voleva solo mettere in evidenza la scarsa obiettività di chi, fuori dalla Rai, sempre più spesso, pretende di giudicare il lavoro di validi e apprezzati giornalisti del servizio pubblico». Secondo Nino Rizzo Nervo, area Pd, invece, «è stata compiuta dal Tg1 un'operazione torbida e scorretta, sia professionalmente che aziendalmente».
Augusto Minzolini, direttore del Tg1 commenta: «Non vedo lo scandalo. Semmai lo scandalo è che per il Tg1, da mesi sottoposto ad attacchi concentrici fuori e dentro l'azienda, il presidente della Rai non abbia mai speso una parola. Non sono tipo da subire egemonie culturali tramontate da tempo, né pressioni di regimi e contro-regimi». Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, chiarisce la sua posizione: «Con grave scorrettezza il Tg1, per rispondere alle polemiche sollevate dall'intervista a Silvio Berlusconi, estrapola una battuta di un'intervista del 5 luglio 2007 a Prodi nel tentativo di dimostrare che siamo tutti uguali, cioè incapaci di fare i giornalisti. Un comportamento – continua Bianca Berlinguer – a dir poco sleale perché rischia di scatenare un conflitto intestino tra testate della stessa azienda e perché con l'estrapolazione di un frammento di pochi secondi si compie un atto di vera e propria falsificazione». Il Cdr del Tg1 si scusa con Terzulli, «additato come giornalista servile» e rilancia la domanda sull'uso o meno del "gobbo": «Domande e risposte erano scritte preventivamente? In questo caso che differenza ci sarebbe con un videomessaggio?». Il Cdr del Tg2 parla di «atto gravissimo e senza precedenti nella storia del servizio pubblico. Il giudizio sui colleghi deve essere lasciato al pubblico». Per il Cdr del Tg3, «mai un telegiornale, pagato con gli stessi soldi dei cittadini si è scagliato con tanta sottile violenza contro un altro tg».