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Il premier Fillon nei guai per le vacanze di Natale in Egitto pagate da Mubarak

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2011 alle ore 09:09.

PARIGI - Per Nicolas Sarkozy non avrebbe potuto cominciare peggio, almeno sul fronte politico interno, questo 2011 preelettorale (le presidenziali saranno a maggio dell'anno prossimo) che pure, grazie alla doppia guida del G-8 e del G-20 e quindi un auspicato recupero di immagine sul piano internazionale, dovrebbe consentire al presidente francese di risalire la china della popolarità.
Paradossalmente i guai maggiori arrivano proprio dal fronte internazionale, dove Parigi sta accumulando gaffe, errori e leggerezze che spingono gli esperti a esprimere giudizi severissimi nei confronti di una diplomazia che ha conosciuto ben altri livelli di efficienza e l'opinione pubblica a rafforzare l'idea di una classe dirigente che ha perso il senso della realtà, della misura.

Non meno problematica potrebbe però rivelarsi la rivolta in corso nei tribunali di mezza Francia, dove i magistrati hanno deciso di sospendere le udienze in vista di una grande giornata di protesta anti-Sarkozy domani a Nantes.

Vacanze di Natale. Mercoledì 2 febbraio l'articolo di Brigitte Rossigneux sul settimanale Canard Enchaîné ha l'effetto di una bomba. Durante le vacanze di fine anno in Tunisia, dove già ci sono le prime proteste che poi si trasformeranno in rivolta, il ministro degli Esteri Michèle Alliot-Marie ha approfittato, in compagnia del marito Patrick Ollier, ministro dei Rapporti con il Parlamento, di un passaggio aereo gentilmente offerto da un certo Aziz Miled, ricco imprenditore tunisino «amico di vecchia data» e, aggiunge una Alliot-Marie in difesa, «noto oppositore di Ben Alì». Peccato che non sia vero. Non solo Miled è socio in affari dell'odiato genero del dittatore, Belhassen Trabelsi, ma l'estate scorsa ha firmato un appello perché Ben Alì, «le cui visioni perspicaci hanno conquistato la fiducia del nostro popolo», si ricandidasse alle presidenziali del 2014. Si scopre inoltre che "Mam" (come viene abitualmente chiamata la potente signora dell'Ump) ha usato un aereo dell'amico Aziz una seconda volta, per fare una puntata nel deserto evitando appunto di attraversare le città in rivolta.

La stessa Alliot-Marie che tre giorni prima della fuga di Ben Alì aveva proposto al regime tunisino il "savoir-faire" della polizia francese per riportare l'ordine nel paese. Un disastro, insomma. Ma Mam è figura chiave del sistema politico sarkoziano e non si può gettare a mare, soprattutto non di fronte alla pressante richiesta di dimissioni dell'opposizione socialista. Quindi Sarkozy e il primo ministro François Fillon l'hanno difesa a spada tratta.

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Tags Correlati: Air | Assuan | Aviazione Militare | Aziz Miled | Ben Alì | Brigitte Rossigneux | Francia | G8 di Genova | Governo | Hosni Mubarak | Mam | Nicolas Sarkozy | Nilo | Patrick Ollier | Tony Meilhon

 

Chi avrebbe mai detto che proprio Fillon il probo, Fillon l'onesto, Fillon il saggio sarebbe finito in un pasticcio simile a quello della sua superministra.

È ancora una volta il Canard Enchaîné, nel numero che sarà oggi in edicola, a rendere noto che mentre la Alliot-Marie faceva la sua escursione nel deserto tunisino, il premier visitava un paio di templi in Egitto e si faceva un giro sul Nilo, insieme alla schiva moglie Penelope e ai cinque figli, a spese del governo egiziano. Cioè di Hosni Mubarak.

Per cercare di giocare d'anticipo e mettere a tacere sul nascere le polemiche, appena sono circolate le prime voci ieri pomeriggio Fillon ha diffuso un comunicato. In cui spiega che effettivamente tra il 26 dicembre e il 2 gennaio ha trascorso qualche giorno di vacanza in Egitto «su invito delle autorità egiziane». E che, eccezion fatta per il viaggio Parigi-Assuan e ritorno su un Falcon 7X dell'aeronautica militare, che ha pagato di tasca sua, tutte le spese sono state a carico del paese ospitante. Compreso il volo Assuan-Abou Simbel e la gita sul Nilo.

Niente di illecito, ovviamente. Ma certo l'effetto non è dei migliori. E forse l'accorto Fillon avrebbe dovuto anticipare ancor di più e comunicare da tempo i dettagli delle sue vacanze di Natale. Perché oggi la reazione in giro è un po' quella che ha usato il Pcf (sì, a volte anche i comunisti ritornano) per titolare il suo comunicato: «Dopo Air Ben Alì ecco Air Mubarak».

Mentre già circolano battute sul viaggio "privato" che lo stesso Sarkozy ha fatto in tutta discrezione lo scorso fine settimana a New York con il Falcon 7X presidenziale. Per il quale ha pagato «l'equivalente di un biglietto di business class».

Lo scontro con i magistrati. La goccia che ha fatto traboccare il vaso di un rapporto già molto teso tra la magistratura e il presidente prende spunto da un terribile episodio di cronaca nera. A fine gennaio un recidivo di 31 anni, Tony Meilhon, ha ucciso e fatto a pezzi una ragazza di 18, Laëtitia, in un paesino dalle parti di Nantes. Giovedì scorso il presidente ha duramente accusato la magistratura di non aver evitato che «un simile mostro» fosse in circolazione, annunciando sanzioni. I magistrati di Nantes, che come i loro colleghi di tante altre città da anni lamentano problemi legati alla mancanza di risorse e di personale, hanno immediatamente reagito sospendendo le udienze. E la protesta si è ben presto estesa. Anche a Parigi, dove ieri un'affollatissima assemblea ha deciso di aderire alla protesta. E domani tutti a Nantes.

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