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Berlusconi a colloquio con Napolitano: interesse del paese è governabilità. Ma il clima tra i due resta freddo

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2011 alle ore 15:38.

Una nota stamane, al termine dell'incontro con una rappresentanza del Csm, per ribadire che «le garanzie del giusto processo si trovano già nella Costituzione». Poi, nel pomeriggio, l'incontro con Silvio Berlusconi accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta. Così, per oltre un'ora, il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il Cavaliere si sono trovati faccia a faccia nel pieno dell'inchiesta milanese sul caso Ruby, in cui il premier è accusato di concussione e prostituzione minorile, e dopo giorni segnati da continui affondi di Berlusconi contro i magistrati bollati come «eversivi». Un confronto non facile, dunque, condizionato peraltro anche dal tentativo del premier di accelerarne i tempi. Con Berlusconi che, durante l'ufficio di presidenza del Pdl di mercoledì, aveva annunciato un incontro al Colle, prontamente smentito da una nota ufficiale di Napolitano.

Berlusconi al Colle: interesse del paese è governabilità
Al capo dello Stato Berlusconi avrebbe rimarcato la necessità che al presidente del consiglio sia consentito di governare e fare le riforme compresa quella della giustizia. Obiettivi, è il ragionamento del premier, ostacolati dalle continue inchieste che condizionerebbero il lavoro dell'esecutivo anche a causa del danno di immagine provocato dalle continue fughe di notizie. Nessuna volontà di andare allo scontro, ma il premier ha voluto sottolineare con chiarezza davanti a Napolitano alcuni aspetti per lui nodali, cercando però, come concordato con i suoi, di non eccedere nei giudizi sui pm milanesi come aveva fatto anche oggi nell'intervista pubblicata dal Foglio di Giuliano Ferrara.

La moral suasion di Napolitano: basta scontri tra le istituzioni
Napolitano ha ascoltato pazientemente, anche le promesse sentite più volte e spesso smentite dalle prese di posizione successive. Il colloquio è franco ma, comunque, venato da una certa freddezza. Al premier Napolitano ha quindi ripetuto il concetto più volte espresso in questi giorni, e rimarcato anche stamane nella nota diffusa dopo l'incontro con i membri del Csm: la necessità cioè di non alimentare lo scontro con tra poteri dello Stato perché la Costituzione offre già tutte garanzie sul giusto processo. Insomma, il presidente della Repubblica ha ribadito la necessità di non innescare nuovi strappi in un clima già molto difficile ed esarcebato dalle mobilitazioni di questi giorni, da quella di Arcore all'iniziativa organizzata oggi dal Pdl davanti al tribunale di Milano.

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Tags Correlati: Csm | Gianni Letta | Giorgio Napolitano | Giuliano Ferrara | Giustizia | Milano | PDL | Silvio Berlusconi

 

La nota diffusa stamane: giusto processo già nella Costituzione
Nella nota diffusa oggi Napolitano aveva espresso con la consueta chiarezza le sue preoccupazioni ed era tornato a richiamare l'importanza di muoversi entro i confini indicati dalla Carta evitando a tutti i costi uno scontro tra le istituzioni. Incontrando una rappresentanaza del Csm guidata dal vicepresidente Michele Vietti, il capo dello Stato aveva poi raccolto la preoccupazione espressa dai componenti dell'organo di autogoverno della magistratura per «l'aspro conflitto istituzionale in atto». Il capo dello stato, recitava la nota, «nel riservarsi di cogliere l'occasione opportuna per partecipare nuovamente al plenum dell'organo di autogoverno della magistratura ha richiamato le sue recenti dichiarazioni in occasione della Giornata dell'informazione, allorché ebbe modo in particolare di porre in evidenza che "nella Costituzione e nella legge possono trovarsi i riferimenti di principio e i canali normativi e procedurali per far valere insieme le ragioni della legalità nel loro necessario rigore e le garanzie del giusto processo. Fuori di questo quadro, ci sono solo le tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici che non possono condurre, per nessuno, a conclusioni di verità e di giustizia».


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