House Ad
House Ad
 

Notizie Medio Oriente e Africa

Piazza Tahrir pazza di gioia: «Libertà»

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 09:32.

Muna piange Non riesce nemmeno a dire che è felice. Non riesce a dire nulla. Prende fiato, riaggiusta il velo, e poi esclama: «È il più bel giorno della mia vita, insieme alla nascita di mio figlio». «È l'inizio del nuovo Egitto, e l'abbiamo costruito noi giovani, in modo pacifico», irrompe l'amica Eba, che prima di venire inghiottita dalla folla festante urla: «Libertà, libertà»,
Sono passati pochi minuti dall'annuncio del vice presidente Omar Suleiman. Centinaia di miglia di persone in Piazza Tahrir attendono con il fiato sospeso il discorso alla nazione. Qualcuno è scettico. Illusi da ricorrenti voci diffuse dall'esercito – «stasera le vostre richieste saranno esaudite» - venerdì sera tutti si attendevano la fine. L'annuncio del presidente Mubarak, in cui chiariva di non voler rassegnare le dimissioni, ha precipitato la piazza nel silenzio, seguito poi dalla rabbia.

Sono le cinque di sera. Con una breve discorso Suleiman pone fine a un regime durato 30 anni: Mubarak ha rassegnato le dimissioni. Il popolo esplode. Un urlo di gioia, un boato assordante, potente, che si trascina per minuti interi, rimbalza contro le pareti degli austeri palazzi di piazza Tahrir, si spegne qualche secondo, e poi riprende forza. Centinaia di migliaia di pugni alzati, di bandiere che sventolano impazzite, di salti. La terra trema. Gli egiziani si abbracciano, danzano, urlano. Vengono offerti datteri e miele. Un uomo anziano balla girando su se stesso, come in trance.

Tutto l'Egitto è qui: laici, blogger, progressisti vestiti con abiti di foggia occidentale accanto a conservatori con la lunga barba e le vesti islamiche. Avvocati e operai, giovani e anziani. Donne avvolte da capo a piedi dal loro niqab nero. L'onda non fa distinzioni, travolge tutto e tutti. Eppure tutti mantengono una dignità e una compostezza commovente. Ringraziano caldamente gli stranieri accorsi in piazza, come se avessero contribuito a una vittoria che invece si sono conquistati da soli.

Un capannello di uomini cerca di proteggere un religioso E' lo sceicco Mohammed Tartawi Mansur, mullah di una moschea del Cairo con tanto di Phd in economia islamica, puntualizza. «Sono molto felice - commenta – ma Piazza Tahrir non sarà liberata fino che tutte le nostre richieste non saranno esaudite: via anche il vecchio parlamento, e via le leggi dell'emergenza». La festa continua. Il gigantesco manifesto dei martiri viene abbattuto, i fantocci di Mubarak impiccato sono rimossi dai lampioni. Qualche fuoco d'artificio illumina la notte e la folla riesplode in grida di gioia, abbraccia e offre dolci ai pochi soldati che si sono avventurati in piazza.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Amal Chalabi | Egitto | Elezioni | Mohammed Tartawi | Omar Suleiman | Presidente Mubarak

 

Incontriamo la professoressa Faisa: «È uno dei giorni più belli della mia vita. I militari solo per la transizione e massimo per due mesi». I militari, appunto. La gente ha continuato a difenderli. Ma sulla bocca di molti egiziani, siano poveri disoccupati o giovani universitari, si ripete lo stesso ritornello: ci fidiamo di loro e gli affidiamo il paese per il periodo di transizione. Poi basta, è il momento di un governo civile. La pensa così anche Amal Chalabi, 50 anni, farmacista. «Siamo per la prima volta liberi da 30 anni. Non ci lasceremo sfuggire l'occasione. Continueremo a vigilare finché avremo un governo civile e non un governo dell'esercito. È l'inizio della democrazia, quella vera». Alla domanda su chi voterà alle prossime elezioni la maggior parte del popolo di Piazza Tahrir non sa ancora rispondere. Preferisce vivere il presente. Ma in molti ripetono: certo non voterò per Suleiman.
Ai limiti della piazza, dove la gente balla sulle carcasse delle auto bruciate, usate come barricate nei giorni degli scontri, Fatima si riposa. Ha 19 anni e studia ingegneria energetica, 19 anni. «L'esercito ci proteggerà. Però dateci tempo», precisa. «Abbiate fiducia in noi. Vigileremo. Non ci sarà più un dittatore che arriva dall'esercito. Non si torna più indietro». (R. Bon.)

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da